Ostia, Country Club Castelfusano: scoperta maxi evasione da oltre 30 milioni di euro
Ostia – Il ‘Country club Castelfusano’, il noto centro turistico che si trova nell’omonima pineta di Ostia che fu posto sotto sequestro per presunti abusi edilizi a marzo di due anni fa dalla guardia di finanza, di nuovo nella bufera. Questa volta le Fiamme gialle del II Gruppo di Ostia, al termine di alcune verifiche fiscali nei confronti di società e persone fisiche attive presso la struttura turistica della Riserva naturale del litorale romano, avrebbero riscontrato una evasione di circa 30,5 milioni di euro – tra guadagni non dichiarati e costi non deducibili - , l’occultamento di Iva per 1 milione di euro, oltre ad un giro di fatture false per circa 2,2 milioni di euro, utile per abbattere i redditi imponibili. Secondo quello che hanno appurato i militari agli ordini del colonnello Teodoro Gallone, per dirottare i guadagni ottenuti in Italia verso più convenienti paradisi fiscali, gli organizzatori avevano interposto, nella catena di controllo della società proprietaria del complesso, due società costituite nel Liechtenstein - riconducibili a due persone migrate fittiziamente in Bulgaria - incaricate di fatturare le prestazioni di servizi ai tour operator nazionali e stranieri nonostante l’attività economica fosse stata offerta interamente in Italia.
Così facendo, tutti gli incassi venivano fatti confluire su conti correnti bulgari e liechtensteinesi- entrambi Paesi con un basso livello di tassazione - mentre i costi realmente sostenuti finivano per abbattere i ricavi delle altre società “satelliti” operanti all’interno della struttura turistica. Sono state sei le persone denunciate all’autorità giudiziaria che ai fini penali è stata interessata per i reati di frode fiscale:
a. infedele presentazione delle dichiarazioni fiscali per circa 6.400.000 euro;
b. utilizzo di fatture false per oltre 2.200.000 euro.
“Determinante per il buon esito dell’attività è stata la collaborazione delle autorità fiscali estere, le cui informazioni hanno consentito di corroborare le risultanze degli accertamenti e di delineare in maniera esaustiva il quadro investigativo”, informano i finanzieri di Ostia. Nel corso delle attività ispettive, è stato anche accertato l’indebito utilizzo del “distacco comunitario” per 149 lavoratori comunitari, volto ad evitare la più rigorosa normativa nazionale e la contrattazione collettiva nazionale.
Per questa condotta fraudolenta, da cui è derivato l’omesso versamento dei contributi all’ente previdenziale italiano, sono state denunciate alla magistratura tre persone per i reati di illecito distacco e distacco fraudolento, che prevedono un’ammenda pari a doltre 3 milioni di euro. La maggior parte delle persone interessate dagli accertamenti si è avvalsa dell’“adesione integrale al processo verbale di constatazione”, istituto deflattivo che, dal 2008, consente al contribuente di definire la propria posizione versando sanzioni ridotte ad un sesto del minimo previsto, a patto, però, di pagare, in tempi brevi, le maggiori imposte e le altre somme dovute. Il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Roma, a seguito degli accertamenti svolti, ha emesso un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca “per equivalente” del valore delle azioni formalmente intestate alle due società del Liechtenstein ma, di fatto, nella disponibilità dei due soggetti fittiziamente residenti in Bulgaria, attestato, ad oggi, su oltre 800.000 euro. "Oggi riteniamo di aver raggiunto un risultato importante", ha dichiarato a Ostiatv il colonnello Gallone: "abbiamo infatti ottenuto, per quanto riguarda l'aspetto amministrativo, che la Commissione provinciale tributaria disponesse l'ipoteca su 18 immobili del contribuente, un provvedimento che permette allo Stato di indurlo a pagare". Le indagini sono durate quasi due anni e mezzo.
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