Ostia, criminalità: il comune parte civile nel processo contro i clan Triassi e Fasciani
Ostia – Il Campidoglio è stato ammesso come parte civile nel primo processo per associazione a delinquere di stampo mafioso che a Ostia vede imputati gli esponenti del clan Triassi e Fasciani. La richiesta di costituzione di parte civile è stata accolta ieri pomeriggio dal tribunale penale di Roma. Il processo contro le due famiglie mafiose del litorale romano si è aperto lo scorso 17 dicembre presso la X sezione penale del tribunale: si tratta del secondo che vede alla sbarra gli ‘affari’ delle mafie nel Lazio.
Il 26 luglio scorso furono assicurati alla giustizia 51 affiliati ai clan Triassi, D’Agati e Fasciani nel corso dell’operazione ‘Nuova alba' condotta dalla squadra mobile capitolina contro la criminalità organizzata. In quella circostanza fu inferto un colpo durissimo alle organizzazioni malavitose presenti sul territorio: furono ‘indebolite’ le strutture del malaffare rafforzando così la fiducia dei cittadini nelle forze dell’ordine. Smantellata la cupola che comandava a Ostia, che non si accontentava di gestire gli affari illeciti di sempre. Ma puntava anche ai soldi degli apparati amministrativi, infiltrandosi fin dentro gli uffici del X municipio di Roma. Così, ad esempio, sarebbe riuscita a mettere le mani anche sull'assegnazione delle spiagge e delle case popolari a Ostia, come emergerebbe dalle intercettazioni ambientali effettuarte nel corso dell'operazione 'Nuova alba'. In particolare da un'intercettazione si apprenderebbe che Carmine Fasciani, uno dei boss ndiscussi del litorale romano, destinava a persone a lui vicine gli alloggi popolari. "Su questo versante sono ancora in corso le indagini poiché ancora non è emerso attraverso quali canali si riuscisse a far assegnare le case popolari", spiegò il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone.