Ostia, Di Tomassi: “Spazio ai privati? Sì, però prima aule per i nostri ragazzi”
Ostia – “La preside dell’Istituto di via Mar Rosso e Capo delle Armi di Ostia ha preso la gravosa decisione di interrompere il rapporto tra la scuola e l’associazione privata musicale A. Corelli avviando la ricerca di nuovi spazi sul territorio, innanzi tutto informando e responsabilizzando l'amministrazione locale”, dichiara Stefano Di Tomassi dell’associazione La Ciurma. “Ma l’assessore alla cultura del municipio X, Sandro Lorenzatti, la ‘critica’. Senza però tenere conto del ‘piccolo’ particolare che la dirigente scolastica, la professoressa Milena Nari, ha bisogno di nuove aule per nuove classi, garantendo così un servizio pubblico. Lorenzatti difende, e non ne conosco il motivo, un privato, ossia la Corelli, invece di mettersi a lavorare individuando nuovi spazi, che ci sono, per sopperire alla carenza di classi”, spiega ancora Stefano Di Tomassi.
“In questi mesi sono in corso delle ricerche per garantire il mantenimento del servizio privato ma occorre ribadire che le istituzioni devono innanzi tutto tutelare i diritti di tutti i cittadini e non quelli di ‘qualcuno’”, prosegue l’esponente de La Ciurma. “Ci sembra dunque in controtendenza l'interesse "privatistico" dell'assessore Lorenzatti così impegnato nell'organizzazione di una cultura locale di pubblica utilità. Nella sua opera di rete pubblica non sarebbe male dare il buon esempio istituzionale, come già fa organizzando la kermesse della cultura associativa, rispettando il ruolo della repubblica, dei suoi servitori, dei dirigenti scolastici dello stato, ed in questo caso della dirigente scolastica Milena Nari. Il fatto mi allarma non poco perché apre un conflitto di competenze istituzionali di non poco conto: da un lato la Repubblica dall'altro un ente locale. Inoltre”, conclude, “mentre professionisti della pedagogia ed esponenti politici di vari partiti sono al lavoro da tempo per la risoluzione del problema, non so quanto sia utile polemizzare alzando i livelli d'ansia e creando di fatto confusione e tensioni: non è corretto governare con la tensione”.
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