Ostia – Dissequestrato il Faber Beach, la storica spiaggia libera di Ostia che era stata posta sotto sequestrato il 3 giugno scorso dagli agenti dell’ufficio Pg Edilizia del Gruppo X Mare per occupazione demaniale abusiva. Ieri il giudice ha disposto il dissequestro ed oggi sono stati tolti i sigilli all’impianto di lungomare Paolo Toscanelli, tra la contentezza dei 24 dipendenti, che attendevano con ansia questa decisione. Al momento i lavoratori della cooperativa Nausicaa stanno sistemando la spiaggia dopo il dissequestro: il giorno del blitz, infatti, avevano lasciato tutto, comprese le scorte di prodotti alimentari fatte per il week end (il sequestro era avvenuto la mattina di venerdì 3 giugno, ndr). 


IL SEQUESTRO – Il sequestro era stato fatto dopo una settimana dal taglio del nastro per l’avvio della stagione estiva, che la cooperativa Nausicaa aveva definito la ‘rinascita del Faber Beach’. Gli agenti agli ordini del comandante Antonio Di Maggio avevano messo i sigilli a tutte le strutture della spiaggia contestando il reato di occupazione demaniale abusiva e denunciando il concessionario. Il provvedimento era scattato dopo la notifica della revoca della concessione: a questo riguardo resterebbe da definire la posizione amministrativa della cooperativa, ossia se la revoca sia stata annullata perché in questo caso la gestione passerebbe al X Municipio. E' atteso in questi giorni il pronunciamento del Tar che deciderà a questo riguardo e se quindi sarà la cooperativa a gestire il Faber. Nel frattempo il Municipio dovrebbe mettere i cartelli di segnalazione. 


L’OPERAZIONE – Nel corso dell’operazione i vigili, coordinati da Antonello Strino, avevano posto sotto sequestro la struttura contestando ai precedenti gestori presunti abusi edilizi (ampliamento, ndr) di 300 metri quadrati. Non erano state sequestrate le attrezzature tra cui lettini e ombrelloni che sul momento erano stati ‘prestati’ dai concessionari ad alcuni bagnanti, mamme con bambini, che si trovavano sull’arenile dai concessionari. In merito all’ampliamento il giudice ha riconosciuto le dichiarazioni della Cooperativa, che ha affermato di aver trovato già quelle strutture: il reato contestato è stato pertanto prescritto.