Ostia – Ancora ‘cattive notizie’ dallo skate park ‘The Spot’, l’impianto sportivo di Nuova Ostia posto sotto sequestro il 14 agosto dello scorso anno per abusivismo edilizio. Dopo i raid vandalici, i furti e l’abbandono che sta progressivamente deteriorando la struttura di via Domenico Baffigo, del valore di 250mila euro, venerdì 3 gennaio qualche ‘genio’, come denuncia l’associazione sportiva omonima che fa capo a William Zanchelli, che oltre dieci anni fa creò lo skate park, realizzandovi un centro per gli street sport noto a livello internazionale,  “ha pensato bene di appiccare un incendio alla bowl, l'unica struttura - essendo coperta - ancora in condizioni decenti”. “Grazie alla tempestività di alcune anime buone del quartiere che hanno dato l'allarme, ed alla professionalità e competenza dei vigili del fuoco di Ostia - che ringraziamo - oltre ad un danno (e ad una beffa) non si è fortunatamente assistito ad un disastro, dichiara l’ex campione di skate board Zanchelli che tuttavia torna a segnalare l’indifferenza del vicariato, che ha in custodia l’area, dove continuano a verificarsi furti, oltre alla frequentazione da parte di bambini e ragazzi.

 

“Ad oggi quindi, ci troviamo costretti a dare ragione a chi ci spingeva ad iniziative “estreme” come l’occupazione e a proteste plateali in quanto nessuno, Vicariato in primis, ha preso (nè intende – evidentemente - prendere) alcuna iniziativa per evitare l’accesso all’area”, torna a dichiarare William Zanchelli. “Paradossalmente, gli unici che si sono preoccupati di non entrare siamo noi, che saremmo stati viceversa nelle condizioni (e nella necessità) di accedere per recuperare materiali, documenti ed attrezzature indispensabili per le nostre attività che, come visto sono, continuate sotto altra forma ed in altre location. Ripetiamo: siamo stati noi gli unici a rispettare quanto disposto dalle leggi, mentre non lo hanno fatto coloro che entrano, men che meno lo ha fatto il Vicariato, cui la legge assegna l’obbligo di vigilare sull’area. Dal giorno del sequestro, la nostra vita è cambiata: tanto per fare un esempio, pur non essendo responsabili del park, veniamo costantemente chiamati da singole persone o dalle forze dell’ordine che intervengono perché trovano qualcuno all’interno… Come dire, siamo chiamati nel quotidiano a rispondere del park ma non possiamo accedere. Una situazione pirandelliana”, conclude.