Al via la 10° edizione di Memoriacinema: Ermanno Olmi e Ken Loach sul lavoro
Ostia - Decima edizione di Memoriacinema dedicata al lavoro visto attraverso le opere più significative di cineasti italiani e internazionali. Ogni anno un tema, ogni anno si attraversa la storia delle genti e dei territori attraverso l’immagine in movimento.
Sabato 12 gennaio, alle ore 15, il graditissimo esordio della rassegna è dedicato ad Ermanno Olmi, nei panni di documentarista che vestì in gioventù. “Il tempo si è fermato” risale infatti al 1948, anno in cui il regista era un giovane incaricato di realizzare brevi filmati industriali per la EdisonVolta. Il breve filmato in realtà si sviluppò al punto da divenire il primo lungometraggio da lui firmato, con attori non protagonisti e il suono in presa diretta.
Domenica 13 gennaio alle 10.30 sarà la volta del fresco vincitore del Torino Film Festival, un vero “esperto” di cinema dedicato al lavoro: Ken Loach. “Riff Raff” ci riporterà nell’era Tatcher, in una Gran Bretagna rigida ma che viveva un secondo boom economico. Il punto di vista di Loach ci porta, come sempre, a confrontarci con le contraddizioni che si annidano tra le pieghe del cosiddetto benessere.
Protagonista del film è infatti un operaio scozzese emigrato a Londra, dove lavora nei numerosi cantieri edili. Premiato nel 1991 a Cannes come miglior film, è sicuramente una delle perle cinematografiche del regista britannico, assieme a “Terra e Libertà” e “Bread and Roses”.
Sabato mattina sarà possibile visitare l’Ecomuseo, con prenotazione solo se si è in gruppi superiori alle dieci persone. Le sale del museo, composte di oggetti e percorsi multimediali, ripercorrono le vicende storico antropologiche, geomorfologiche e storico ambientali del nostro territorio e delle genti che nel tempo lo hanno abitato.
Trame dei film.
Il tempo si è fermato (1948) di Ermanno Olmi
Due operai _ un padre di famiglia e uno studentello _ convivono come guardiani d'inverno sulla diga del Venerécolo in Val Camonica a 2500 m. Nato come documentario per l'Edisonvolta di Milano, "crebbe sotto le mani" del 28enne Olmi e divenne il suo 1° lungometraggio. Scambiato per un epigono del neorealismo, anticipò _ per talento, originalità e rottura _ il nuovo cinema italiano degli anni '60.
Racconto di comportamenti più e prima che di psicologie (2 personaggi + 1), non concede nulla allo spettatore né al romanzo, concentrato _ con casto rigore e coerenza _ su gesti, oggetti, piccoli particolari quotidiani e soprattutto sul difficile rapporto tra uomo e alta montagna. Passa con leggerezza dall'umorismo e dall'ironia bonaria della 1ª parte alla drammaticità della notturna e ventosa tempesta. Il modo con cui, a basso costo e senza effetti speciali, le racconta è il segno di un nascente narratore di razza. Interpreti non professionisti, suono in diretta (G. Pegoraro), girato in Totalscope (C. Bellero e L. Caimi). Mezza dozzina di premi, scarso successo di pubblico.
Riff Raff, meglio perderli che trovarli (1991) di Ken Loach
Un buon film e allo stesso tempo semplice. Tra ironia e tragedia Loach mostra una visione realistica della Gran Bretagna sotto la signora Thatcher attraverso la metafora di un cantiere edile. Il protagonista è Steve che, uscito di galera, va a lavorare a Londra. Gli altri operai lo accolgono bene e lo aiutano a trovare alloggio in una casa popolare. Conosce una ragazza. I problemi di cantiere sono molti: dalla mancanza di igiene all'assenza di sicurezza.
Ci sono un arresto e un licenziamento entrambi ingiusti e quando un'impalcatura cede e muore un operaio, la vendetta sarà pesante. Ottima la colonna sonora di Stewart Copeland, autore già di Rusty il selvaggio di Coppola ed ex batterista dei Police.
Infoline 338.8572997 / 065650609
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