Ostia, in attesa della fine del mondo… “Il giudizio universale” di De Sica torna sugli schermi!
Ostia - Ultimo week-end di programmazione assieme a Il Litorale incontra la sua Storia, manifestazione che dal 24 novembre scorso vede la Cooperativa Ricerca sul Territorio e l’Ecomuseo del Litorale Romano impegnati in una ricca programmazione di appuntamenti culturali, incentrata sui temi della bonifica ieri ed oggi, sul lavoro e soprattutto sulla cooperazione.
Domenica 16 dicembre alle ore 10.30 è proprio la cooperazione a far da padrona di casa, nella sala visioni dell’Ecomuseo del litorale Romano, con la proiezione di Si può fare di Giulio Manfredonia, film nel quale Claudio Bisio, idealista e sognatore, guida una cooperativa di parquettisti formatasi all’indomani della chiusura dei manicomi grazie alla legge Basaglia.
Divertente e commovente, il film riesce, attraverso il linguaggio della commedia, a portare sullo schermo la battaglia vinta dal dottor Basaglia e i drammi umani che la reclusione forzata di migliaia di persone, ha prodotto, fino al 1979.
Sabato 15, come già detto in apertura, “giocando” con la profezia Maya della conclusione della nostra era e dell’apertura di una nuova, sarà proiettato il film di Vittorio De Sica Il Giudizio Universale. Appuntamento alle ore 15.00.
Gli appuntamenti.
Sabato 15 Dicembre 2012 ore 15.00
In occasione della profezia maya/ proiezione
Il Giudizio Universale (Italia, 1961) di Vittorio De Sica
Domenica 16 Dicembre 2012 ore 10,30
Cinema in cooperativa / proiezione
Si può fare (Ita, 2008) di Giulio Manfredonia
Le trame dei film.
Il Giudizio Universale (Italia, 1961) di Vittorio De Sica
Lo spunto è semplice quanto potenzialmente geniale: al mattino di una normale giornata di una Napoli che comincia a sentire i complessi e non sempre positivi effetti del boom economico, una stentorea voce (Nicola Rossi-Lemeni) che sembra arrivare dall'alto dei cieli annuncia che "Alle 18 comincia il Giudizio Universale".
- L'annuncio si ripete con sempre maggiore insistenza, dapprima trattato con sufficienza e poi sempre più terrorizzante. La trama si frammenta in una serie di scenari e storie intrecciate fra loro: la preparazione del gran ballo del Duca a cui tutta Napoli è invitata, la lotta per procurarsi vestiti all'altezza nei rioni più poveri, ricchi annoiati che si corteggiano, un marito che scopre casualmente la moglie con l'amante, un cinico figuro che sbarca il lunario vendendo bambini in America, un giovanotto della buona società fatto oggetto di sberleffi dal popolino feroce, l'improbabile difesa di un maneggione da parte di un verboso avvocato (lo stesso De Sica), e l'impatto sempre più scardinante della voce misteriosa su questa varia umanità. Chi si pente troppo tardi, chi si dà alla pazza gioia, chi ostenta una falsa indifferenza.
All'orario annunciato, la città viene sferzata da un tremendo diluvio (che la voce misteriosa sia già passata alla fase delle sanzioni?) dopo di che, con grande solennità, il Giudizio comincia per concludersi però altrettanto misteriosamente di quanto si è annunciato. Tornato il sole, la gente si precipita al ballo del Duca e ben presto tutto viene dimenticato, al suono di una ironica "Ninna nanna", coniata poco prima da un ipocrita e falso schiavista.
Si può fare(Ita, 2008) di Giulio Manfredonia
Milano, primi anni '80. Nello è un sindacalista dalle idee troppo avanzate per il suo tempo. Ritenuto scomodo all'interno del sindacato viene allontanato e "retrocesso" al ruolo di direttore della Cooperativa 180, un'associazione di malati di mente liberati dalla legge Basaglia e impegnati in (inutili) attività assistenziali. Trovandosi a stretto contatto con i suoi nuovi dipendenti e scovate in ognuno di loro delle potenzialità, decide di umanizzarli coinvolgendoli in un lavoro di squadra. Andando contro lo scetticismo del medico psichiatra che li ha in cura, Nello integra nel mercato i soci della Cooperativa con un'attività innovativa e produttiva.
"La follia è una condizione umana" dichiarava Basaglia, psichiatra. "In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla". Prima dell'introduzione in Italia della "legge 180/78", detta anche legge Basaglia, i manicomi erano spazi di contenimento fisico dove venivano utilizzati metodi sperimentali di ogni tipo, dall'elettroshock alla malarioterapia. Il film di Giulio Manfredonia si colloca proprio negli anni in cui venivano chiusi i primi ospedali psichiatrici e s'incarica di raccontare un mondo che il cinema frequenta raramente, non tanto quello trito e ritrito della follia, quanto quello dei confini allargati in una società impreparata ad accoglierne gli adepti. Attenzione però. Il regista evita accuratamente qualunque tipo di enfasi, sfiorando appena la drammaticità senza spettacolarizzarla, in favore di un impianto arioso, ridente, talvolta comico, letiziando lo spettatore con una commedia (umana) che diverte e allo stesso tempo fa riflettere.
Se Pippo Delbono nel documentario Grido mostrava una via alternativa alla pazzia attraverso il teatro, Manfredonia tramuta episodi reali - e nello specifico la storia della Cooperativa Sociale Noncello - in fiction, trattando con la dovuta discrezione un argomento tanto delicato che appartiene alla storia dell'Italia, nel rispetto di chi convive con l'infermità mentale e di chi ci lavora.
La sceneggiatura scritta a quattro mani insieme all'autore del soggetto Fabio Bonifacci non ha falle e permette agli attori di immergersi nella condizione dei loro personaggi con grazia. Sebbene Claudio Bisio dia un'ottima prova recitativa nei panni di Nello, Si può fare è il frutto di un lavoro collettivo che vede tutti gli interpreti (compreso il regista) impegnati a ricreare un ambiente credibile nel quale far muovere a piccoli passi un ensemble di "matti" talmente autentici da strappare un applauso.
Infoline 338.8572997 / 065650609
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