Ostia, ‘Emergenza Aec: subito assistenti ed educatori pubblici’
Ostia – ‘Emergenza Aec: subito assistenti ed educatori pubblici’. A lanciare l’appello è Stefano Di Tomassi dell’Associazione pedagogisti educatori italiani, che riferisce il disperato appello ai sindacati di un genitore: ‘Basta bandi locali al ribasso: nelle scuole i municipi, i comuni o lo stato se ne assumano direttamente la responsabilità’. “In molti comuni i professionisti dell'ambito pedagogico vengono "reclutati" dalle scuole, comunali o statali”, racconta un genitore del municipio X, “perché questo da noi non avviene?”, domanda Di Tomassi. “Eppure mi domando quanto si spenda per sostenere i costi non direttamente collegati al servizio quando l'Ufficio formazione locale o
“Questa annosa problematica è sotto i riflettori da almeno quattro anni: va detto che la precedente amministrazione ha avviato il processo per un possibile cambiamento”, prosegue: “sono stati inviati documenti all'Avvocatura del Comune di Roma e si sono state svolte alcune commissioni. Purtroppo il tutto è stato rallentato da un partito in particolare, di cui per ora mi riservo ancora di non fare il nome poiché spero in una prossima risoluzione della questione. Per spiegarmi: un rappresentante presentava un documento utilissimo alla risoluzione di questo problema, mentre un altro collega dello stesso schieramento lo frenava e fermava. Ma sono fiducioso”, conclude Di Tomassi, “che a breve avremo questa normativa e che non ci sarà bisogno di dichiarare pubblicamente quelle che, ahimé, credo siano soltanto beghe e questioni interne e private di una parte politica”.
“La questione deve essere risolta”, sottolinea il referente locale Apei, “altrimenti ci si rivolgerà direttamente alle scuole e si metteranno in discussione le appartenenze ai gruppi sindacali: meno assistenti sociali o dirigenti e posizioni organizzative e assunzione di professionisti altamente qualificati, possibilmente cittadini del territorio, come assistenti educativi culturali laddove è adatta la competenza di questi ultimi, e di educatori sociali professionali e pedagogisti dove invece sono adatte le loro competenze. Ci rivolgiamo ai sindacati affinché, tutelando queste professioni, tutelino le famiglie e i bambini più fragili, dando così pieno senso al loro mandato e alla loro missione”.
Secondo Stefano Di Tomassi, per rispondere alle sfide di questa società scossa dal difficile periodo sociale ed economico (parallelamente a quello culturale ed esistenziale) occorre iniziare a mettere in discussione modelli passati e ampliare il ventaglio delle possibilità in un concetto pedagogico dell'esistente per venire incontro ai più fragili. E costruire un vero e proprio ‘ponte tra i cuori’, come evidenziato da papa Francesco. “Il sistema educativo italiano è tra i primi ad essere investito dal cambiamento e in questo senso occorre avviare una profonda trasformazione: possiamo procedere nel segno della nostra storia e identità per generare un ‘modello italiano’. In ogni caso, la politica e gli educatori devono tenere bene a mente le necessità di tanti bambini che necessitano di assistenza e quelle delle loro famiglie, per le quali un sostegno è fondamentale.
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