Ostia – Emergenza alloggiativa: un problema che tocca molte famiglie di Ostia. Adesso alle prese con il provvedimento, tra l’altro lodevole, del sindaco Ignazio Marino che vorrebbe chiudere i residence ponendo così fine ad un business di diversi milioni di euro che, oltre tutto, a parte rimpinguare le casse di costruttori ed enti non risolve il ‘problema casa’. Sarebbero migliaia i cittadini che stanno ricevendo delle lettere in cui si comunicherebbe loro la chiusura delle strutture. Per contro, il comune erogherà un ‘buono affitto’ fino a 700 euro, a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare, per pagare l’affitto di una casa. Ma per quanto tempo? E poi, si chiedono decisamente preoccupate le famiglie, con 700 euro o anche molto meno, dove trovare un alloggio per 5, 6 persone visti i prezzi alle stelle di oggi?

A Ostiatv, che ha seguito la vicenda delle persone alloggiate all’Hotel Kursaal, anche durante il presidio davanti alla sede del municipio X, si è rivolta Oksana Kinash, a nome delle 12 famiglie con 8 bambini per un totale di 25 persone, che ormai da tre anni vivono nell’ex storico albergo di via Ferdinando D’Aragona. La situazione, per loro, è ‘complessa’. In attesa nei mesi scorsi che la situazione si sbloccasse da un momento all’altro dopo le infinite rassicurazioni del dipartimento politiche abitative della precedente giunta capitolina, adesso si trovano a vivere in un edificio fatiscente, che cade letteralmente a pezzi in attesa del ‘famoso’ sgombero. Sgombero che dovrebbe avvenire da un momento all’altro. E dopo? Boh, affermano laconici. “Anche se sappiamo che ci sono dei bungalow liberi dove potrebbero trasferirci in attesa di una casa”, spiega Oksana, che oggi è andata al dipartimento politiche abitative in via dell’Urbanistica.

Tornando al Kursaal. Non sono soltanto ‘innocui’ pezzi di intonaco a staccarsi ma intere parti ben più pesanti. Così come è successo ieri. A farne le spese il signor Giuseppe, un anziano ‘in emergenza alloggiativa’ ospite dello stabile, colpito alla testa da un grosso componente (nella foto). Il signor Giuseppe, ferito al volto e al naso, sanguinante, si trova adesso ricoverato all’ospedale Grassi di Ostia mentre gli altri ospiti stanno cercando di capire quale sorte toccherà loro. Per il momento, non è stata recapitata loro alcuna lettera, come invece è avvenuto per altre famiglie che vivono da anni nei residence, ma l’incertezza toglie loro speranza e serenità. “Abbiamo i bambini: loro hanno diritto a vivere in una casa sicura e confortevole, dove non cada il soffitto, dove non vi siano pericoli per l’incolumità fisica”, dichiarano. Per questa ragione stamattina sono andati all’Eur ma nessuno, a quanto pare, è riuscito a sapere qualcosa di certo. “E’ stato detto che saranno dati questi 700 euro a chi possiede i requisiti ma, a conti fatti, i requisiti li abbiamo tutti. Ma un buono non è una casa e non risolve il problema”, prosegue Oksana: “mi chiedo se davvero il sindaco Marino sappia cosa significhi occupare una casa e vivere in queste condizioni. Ma dove prenderà poi i soldi per il bonus? Sarà davvero un buon affare o alla fine il comune spenderà di più? La gente oggi sembrava impazzita: sono tutti spaventati perché non sanno dove andranno. Hanno trasferito due famiglie a Val Cannuta, mi pare”.

Oggi le famiglie di via Ferdinando D’Aragona hanno chiesto un appuntamento all’assessore ai servizi sociali del municipio X, Emanuela Droghei: domani la segretaria dirà loro quando potranno essere ricevute. “Al comune oggi ci hanno detto di chiedere un incontro con l’assessore alle politiche abitative capitolino: noi ci auguriamo che l’assessore Droghei si faccia tramite presso l’assessore comunale della nostra situazione”, aggiunge Oksana: “oggi ho visto anche le famiglie dell’Idroscalo in municipio: sono preoccupate, hanno paura, protestavano”, conclude.