Emergenza rifiuti: dati alle fiamme altri 6 cassonetti. Vandalismo o esasperazione?
I DANNI - Chiaro che incendiare i bidoni della spazzatura non risolve affatto il problema ma, piuttosto, lo aggrava visto che i rifiuti, bruciando, emanano sostanze tossiche che rendono l’aria irrespirabile contribuendo a peggiorare una situazione di per sé già drammatica. Senza contare il danno economico che grava sulla collettività a cominciare dagli interventi dei vigili del fuoco, chiamati a spegnere in sole tre notti decine di cassonetti in fiamme, dei carabinieri che hanno aperto un’indagine per risalire ai piromani e infine i bidoni inutilizzabili, da sostituire.
GLI INCENDIARI - Il gruppo di incendiari per la terza notte consecutiva, dopo aver messo a ferro e fuoco l’area compresa tra via Costanzo Casana, via Danilo Stiepovich, via delle Azzorre, via dell’Appagliatore, via Zotti, via Arduino e piazza Baroni, ‘si è spostata’ in corso Duca di Genova e aree adiacenti. Oltre ad augurarsi che i responsabili siano individuati ed arrestati – i carabinieri hanno acquisito i filmati dei sistemi di videosorveglianza presenti nei luoghi dove sono avvenuti i roghi – i cittadini sperano che l’assessore all’ambiente attui quegli interventi urgenti nei quartieri che maggiormente soffrono del problema di una raccolta dei rifiuti a singhiozzo, così dichiarato il giorno dell’insediamento della giunta, il 7 luglio scorso.
Per ora l’emergenza resta e i cittadini organizzano ‘pulizie fai da te’ nei quartieri, negli isolati, come avvenuto in viale dei Romagnoli un paio di giorni fa, o questa sera in piazzale della Stazione di Lido centro quando a scendere in campo è stata persino la Comunità di Sant’Egidio insieme ai residenti e alle persone senza dimora.
L’AMA – “Tra i motivi della raccolta discontinua dei rifiuti”, spiega a Ostia Tv un netturbino, “oltre ai mezzi vecchi, che si rompono e che avrebbero bisogno di interventi di riparazione che arrivano con ritardo o non arrivano affatto, ad appalti con officine esterne o il fai da te, anche se ci sono mezzi nuovi che però ‘spariscono’ o non vengono utilizzati, il problema principale è la saturazione delle discariche dove conferire i rifiuti. Dopo la chiusura di Malagrotta, a disposizione abbiamo il centro raccolta della Salaria e un altro punto, troppo piccoli per accogliere le tonnellate di rifiuti che produce una città grande come Roma tanto che spediamo in Germania le quantità non smaltibili nella Capitale”.
“In Germania utilizzano i termovalorizzatori, c’è poco da fare, che qui nessuno vuole, anche se in qualche modo bisogna pure smaltirla la spazzatura. Così succede che, seppure un mezzo ha completato il proprio turno e va al centro per scaricare, se ne deve tornare indietro, senza effettuare altre raccolte, perché è impossibilitato a farlo. Adesso”, prosegue, “è stato stipulato un accordo e saranno utilizzate due ditte esterne, ma si tratta di un provvedimento tampone che non risolve il problema. Bene la chiusura di Malagrotta per una gestione illegale, ma si trovi una soluzione, altrimenti non so come finirà”, conclude.
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