Ostia - Carmine Spada, conosciuto con il nomignolo di Romoletto, è stato condannato in primo grado a 10 anni di reclusione dalla seconda sezione del Tribunale di Roma. L'uomo, considerato dagli inquirenti il boss dell'omonima famiglia di Ostia, è stato riconosciuto responsabile di estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti di un tabaccaio del Lido. I giudici hanno applicato la stessa pena, riconoscendo lo stesso reato, per il suo collaboratore, Emiliano Belletti.

LA SENTENZA - La lettura della sentenza è arrivata nella serata del 28 giugno, in un clima di grande tensione. Sin dal mattino, infatti, per motivi di sicurezza, a presidiare la palazzina erano presenti agenti in borghese, mentre all'interno dell'aula, durante la durata della discussione, c’erano una quindicina tra carabinieri e poliziotti. I pm Mario Palazzi e Ilario Calò, che hanno disposto le indagini, la scorsa settimana avevano chiesto per Romoletto 15 anni. Alla lettura si è aggiunto il procuratore aggiunto Paolo Ielo. I legali di Carmine Spada ed Emiliano Belletti hanno annunciato ricorso in appello.

L’ESTORSIONE - Le indagini furono avviate a seguito di un gravissimo episodio di estorsione, condito da minacce e botte, del quale rimase vittima un tabaccaio di Ostia. Per un quasi un anno il poveretto subì schiaffi e intimidazioni dai due che avrebbero ‘rivendicato’ la somma consistente di una presunta vincita mai pagata dal tabaccaio. Il pretesto, in realtà, per estorcere denaro o sottrargli l’attività chiedendogli, a quanto si apprende, 275mila euro. Un calvario cominciato a maggio 2013 durato fino all’aprile 2014 quando Romoletto fu arrestato con il complice dalla polizia. Carmine Spada ottenne alcuni mesi dopo i domiciliari per motivi di salute, ma fu riarrestato a febbraio 2015 dai carabinieri di Ostia perché sorpreso nella sua abitazione in compagnia di un pregiudicato. Poi, le scorse settimane, fu rimesso in libertà.