Ostia, estradato dalla Spagna Vincenzo Triassi
Ostia – Nel primo pomeriggio di oggi sarà estradato dalla Spagna Vincenzo Triassi, ritenuto, insieme al fratello Vito, a capo di una vasta organizzazione criminale di stampo mafioso operante da anni sul litorale di Ostia. L’arrivo di Vincenzo Triassi, della nota famiglia presente al Lido, avverrà all’aeroporto di Fiumicino. L’uomo risulterebbe indagato dalla squadra mobile romana che il 26 luglio scorso ha dato vita alla vasta operazione ‘Nuova alba’ che ha portato all’arresto di 51 persone ritenute affiliate alle famiglie dei Triassi, Fasciani e D’Agati che con ‘Nuova Alba’ hanno ricevuto un durissimo colpo. A contribuire alla maxi operazione il pentito Gaspare Spatuzza, per anni membro di Cosa Nostra.
Vincenzo Triassi è considerato coinvolto, con il fratello, con i clan che si spartivano il controllo del litorale romano per il traffico internazionale degli stupefacenti, i guadagni delle estorsioni e dell’usura, il ‘giro’ delle slot machine e il racket delle spiagge. I Triassi sarebbero legati al clan dei Cuntrera-Caruana, da anni a Ostia, pur conservando uno strettissimo legame con Cosa Nostra, in Sicilia. Grazie all'operazione antimafia ‘Nuova alba’ è stato ricostruito il periodo che va dal 1995 al 2013 con i diversi clan che si sono divisi gli ‘affari’ spartendosi il litorale. Una sorta di ‘pax mafiosa’.
Ha infatti ‘collaborato’ con gli investigatori della mobile, coordinati dal dirigente Renato Cortese, con il pubblico ministero Ilaria Calò e il procuratore capo Giuseppe Pignatone, che hanno fatto un enorme lavoro che ha prodotto il ‘fascicolone’ di 330 pagine di ordinanza firmate dal giudice per le indagini preliminari, Simonetta D’Alessandro. A quanto si apprende, Gaspare Spatuzza approdò al ‘mare di Roma’ nel 1995. Da allora sono trascorsi diciotto anni durante i quali le più note famiglie del litorale romano hanno gestito i loro ‘biz’: usura, traffico internazionale di sostanze stupefacenti, estorsione, racket delle spiagge, gioco d’azzardo. Attraverso le intercettazioni telefoniche ed ambientali si è scoperto che le famiglie del litorale romano puntavano al controllo del territorio seguendo il codice mafioso del ‘rispetto’. In breve: dopo aver preso di mira le attività commerciali, al malcapitato di turno veniva richiesto il classico ‘pizzo’. “Se vuoi campare tranquillo devi pagare mille euro al mese perché a Ostia comandiamo noi. Non deve mancare la parola data: se si assume un impegno di pagamento bisogna pagare non per i soldi, ma per una questione di rispetto. Se non paghi ti brucio il negozio”: questo, in parte, quanto emerso. Ma le indagini proseguono.
A causa del maltempo che si è abbattuto oggi sul litorale, l'aereo sul quale viaggia il boss sarebbe stato dirottato ad Ancona.
Tags: ostia