Ostia – Appuntamento oggi, domenica 7 ottobre, al Parco dello Stagno di Ostia in occasione della Festa degli aquiloni, l’evento organizzato da Genti di pace della Comunità di Sant’Egidio e dall’Associazione culturale degli afghani in Italia.

 

 

Per il quarto anno consecutivo il Lido ospita  una festa simbolo di pace e di libertà. Gli aquiloni sono infatti uno sport nazionale in Afghanistan la cui origine si perde nella notte dei tempi.

 

 

 

Durante il regime dei talebani il gioco fu vietato perché simboleggiava la libertà e la gioia di divertirsi. Il volo di un aquilone era considerato un gesto di ribellione.  Nel corso della settimana alcuni giovani rifugiati politici provenienti dall’Afghanistan hanno incontrato gli studenti delle scuole superiori di Ostia per parlare della situazione del loro Paese.


Molti afgani si trovano infatti in Europa perché costretti a fuggire dalla guerra e dalle persecuzioni politiche ed etniche ed affrontano viaggi lunghi e pericolosi per trovare una vita migliore.

 

 

 

Dopo essere stata ospitata a piazza Anco Marzio e a Castelporziano, la festa avrà quale location il Parco dello Stagno, in via Mar dei Sargassi, a Ostia, a partire dalle 16.

 

 

Sarà un’occasione per conoscere da vicino la realtà dei rifugiati, la cultura e le tradizioni di questo paese anche attraverso il popolare gioco dell’aquilone, che è molto diffuso. Tutti sono invitati a partecipare.

 

 

Durante la festa saranno allestiti un laboratorio per imparare a far volare gli aquiloni e un altro per imparare a costruirli. Molti aquiloni saranno ai bambini presenti.

 

 

Genti di pace è un movimento internazionale, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, nato a Roma nel 1999. Vi partecipano uomini e donne diverse. Attualmente, sono oltre 10.000 le persone che ne fanno parte in Italia, Belgio e Germania, provengono da 95 paesi.

 

Alcuni hanno lasciato la loro terra spinti da guerre e persecuzioni, altri in cerca di un futuro migliore per sé e la loro famiglia. Genti di Pace è una risposta per uscire dall’emergenza dell’immigrazione favorendo l’integrazione, la solidarietà, nel rispetto delle differenti tradizioni culturali e religiose.

 

 

Contrasta la dispersione e l’anonimato che accompagna l’immigrazione dal sud e dall’est in Europa non su base etnica o nazionale, ma con una proposta che avvicina europei e immigrati e scioglie in radice il rischio di contrapposizioni e diffidenza.

 

 

Al centro è il sogno e il progetto che nessuno sia più straniero e che le diversità non costituiscano motivo di conflitto o intolleranza ma un’occasione per scoprire il valore dell’incontro con l’altro. Nel movimento questo si realizza nella solidarietà verso chi è in difficoltà e nell’impegno attivo, non violento, contro ogni forma di razzismo e intolleranza.