Ostia - Cornetti e solidarietà venerdì 14 aprile nella ex colonia Vittorio Emanuele di Ostia in occasione della ‘Colazione resistente e solidale’, l’iniziativa organizzata dal ‘Comitato abitanti dell’ex colonia Vittorio Emanuele III’, dall’’Associazione Shaka Zulu’ e da ‘Territori e realtà in movimento’ contro il possibile sgombero della struttura dopo il censimento dei giorni scorsi e l’operazione interforze di mercoledì che avrebbe portato al ritrovamento di pochi grammi di hashish.

A questo riguardo i promotori della colazione hanno diffuso una nota stampa: “Nelle ultime ore a Ostia, viviamo un’accelerazione rispetto alla vicenda dell’ala abitativa dell’ex Colonia Vittorio Emanuele. Prima un intervento della Polizia Locale, che ha eseguito l’ennesimo censimento, accompagnata dagli assistenti sociali. Agli assistenti sociali è stato chiesto di proporre alle madri con minori una soluzione abitativa in casa famiglia. Nessuna donna dell’abitativo ha accettato. Una firma su quel foglio avrebbe significato accettare di uscire dalla propria casa per essere sbattute chissà dove in pieno anno scolastico, e essere separate dai propri compagni. Perché una soluzione alternativa per gli uomini non c’è. Gli uomini finirebbero in mezzo alla strada.

Poi ieri, tolta la maschera democratica, un’operazione antidroga con grande spiegamento di uomini, porta al ritrovamento di appena 14 gr. di hashish. Solo un infame trabocchetto per giustificare uno sgombero insensato. Anche qualche giornalista prezzolato del territorio cavalca l’onda e oggi escono articoli che parlano di chili di droga e contanti rinvenuti in alcune stanze. Peccato che questo non sia mai accaduto. Dall’altra parte aveva già iniziato il Commissario Prefettizio Vulpiani qualche mese fa, a definire l’abitativo della Vittorio Emanuele un “covo di criminali”. Dichiarazione secca, non supportata da alcun dato, che serve solo a preparare il terreno ad uno sgombero feroce.

Facciamo un passo indietro. Il Vittorio, ossia lo spazio socio abitativo dell’ex Colonia, viene occupato nel 1995 a seguito dello sgombero della comunità somala dal camping di Castel Fusano. Dopo l’occupazione parte una trattativa con le istituzioni. La giunta Rutelli infine assegna gli spazi dell’abitativo all’associazione Shaka Zulu e non promettendo fondi per costruire un luogo di passaggio per migranti, con tanto di sportello legale. Un progetto virtuoso che già parlava di un’accoglienza intelligente e a basso costo. Chiaramente questi fondi non arriveranno mai. Ma il sito istituzionale di Roma Capitale ancora oggi descrive così la Colonia: “Attualmente l'edificio continua a svolgere un servizio di pubblica utilità, ospitando mensa dei poveri, centro anziani e alloggio temporaneo per persone meno abbienti. E' inoltre sede della biblioteca "Elsa Morante", una delle migliori della capitale, e del Teatro del Lido.”

Quindi, di quale Occupazione parlate? Gli spazi del Vittorio sono regolarmente assegnati con Delibera Capitolina. Solo la latitanza delle istituzioni ha vanificato progetti utili per tutto il territorio. E ora a pagare dovrebbero essere gli abitanti? Noi non ci stiamo! La permanenza dell’abitativo e della mensa Caritas, anch’essa sotto minaccia di sgombero negli ultimi mesi, dopo lo sgombero del centro culturale islamico, garantisce un presidio sociale e antispeculativo sul nostro lungomare. Innumerevoli negli ultimi anni i progetti che vedono lo svuotamento della colonia da ogni realtà sociale e culturale (elenchiamo: biblioteca, ostello, abitativo, mensa caritas, centro anziani, centro culturale islamico, centro salute mentale, teatro comunale) per far largo a speculazioni pubblico/private che trasformino il lungomare del nostro quartiere nella vetrina della Roma Marittima, in contiguità ideale (o anche criminale???) con l’assurdo Porto Turistico.

Permettere che i servizi e le realtà di utilità sociale vengano cacciate da una struttura così prestigiosa, significherebbe rassegnarci tutti allo smantellamento del nostro quartiere e delle nostre vite, per far largo a yacht e capitali di dubbia provenienza. Noi teniamo gli occhi aperti! Particolarmente ridicolo poi questo accanimento in un Municipio commissariato per mafia. Le dichiarazioni di Sabella prima, e ora di Vulpiani stesso, ci raccontano di una criminalità locale dedita allo strozzinaggio, alla spaccio di droghe, e al racket sulle case popolari. E il prefetto Vulpiani dove pensa andranno ad abitare le persone che sta buttando in mezzo alla strada con tanta noncuranza? A chi pensa saranno costretti a chiedere un lavoro? Quindi, in nome di una Legalità di facciata, si fa l’ennesima regalia alla piccola criminalità.

E ci sono venuti da Roma per fare questo disastro? La lotta contro la mafia, si fa fornendo alternative, non con fiaccolate e repressione. Noi stiamo con le persone, non con il profitto! Allora ci chiediamo: quale è la priorità di questo territorio? Lo sgombero di famiglie e singoli in emergenza abitativa? Chiunque operi onestamente in questo territorio sa bene che le emergenze sono ben altre. Il ripristino dei servizi essenziali, un piano per la gestione delle spiagge, l’emergenza disoccupazione e dispersione scolastica. Allora Vulpiani, il Commissariato di Ostia, il Comune di Roma, gli interessi di chi stanno andando a garantire con questo sgombero? A quale speculazione stanno spianando la strada?

Si continuano a spendere soldi pubblici per operazioni privatistiche, alla faccia dei reali bisogni dei cittadini. E’ il momento di decidere da che parte stare! Noi non lasceremo soli gli abitanti del vittorio. Non faremo un passo indietro contro le speculazioni sulla nostra terra e sulla nostra pelle. E’ il momento di decidere da che parte stare: se con le persone, all’interno delle contraddizioni, sporcandosi le mani, o se ci basta fare campagna elettorale. Sulla vita delle persone non si scherza. Per questo aderiamo e promuoviamo la Colazione Resistente e Solidale di domani mattina all’interno del Vittorio, e invitiamo tutti i cittadini attivi, solidali, antirazzisti a portare solidarietà e cornetti. Se questa è la parte sbagliata, ci costruiremo sopra una barricata”.