Ostia - “La precedente amministrazione, nella persona del Sindaco Alemanno, aveva deciso di applicare la legge delega e il decreto legislativo conseguente secondo cui il Comune poteva farsi carico del costo delle strutture, in particolare dell’ufficio del Giudice di Pace, che sarebbe stato escluso dal Ministero di Giustizia dall’elenco delle sedi da sopprimere. Addirittura, l’impegno di Alemanno venne dopo l’approvazione del bilancio del comune, proprio per avere più forza. Al contrario, Marino evidentemente non si è avvalso di questa facoltà già predisposta dalla precedente Amministrazione: da qui, l’ordine di chiusura. Si tratta di un fatto, non di una scelta discrezionale: perché il sindaco ha deciso di abbandonare al suo destino la sede dl Giudice di pace di Ostia quando c’erano tutti i presupposti per salvarlo? Non è possibile che dopo il tribunale di Ostia ora salti anche l’ultimo presidio di legalità sul territorio: Marino dovrà assumersi la responsabilità di creare un disservizio enorme per i cittadini del litorale e di svuotare il territorio di una sede giudiziaria che serviva un bacino di oltre 500.000 persone”. Lo ha detto il consigliere capitolino del Pdl Davide Bordoni in merito alla lettera di sfratto inviata all’ufficio di via Costanzo Casana, sede del Giudice di Pace
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