Ostia – Dal prossimo 1 luglio il servizio oncologico dell’ospedale Grassi di Ostia, che garantisce anche il day hospital ai pazienti del municipio X, (ex XIII), del comune di Fiumicino e del litorale romano, chiuderà. Il primario del reparto, infatti, che opera insieme a tre medici, andrà in pensione. E ad oggi, nonostante le pressanti richieste dei pazienti e delle sigle sindacali, che chiedono l’assunzione di un nuovo specialista, non è ancora previsto l’arrivo di un oncologo. Un altro durissimo colpo per la già traballante situazione del nosocomio lidense, che ha molti reparti in cosiddetta ‘sofferenza’. Da psichiatria alla sub-intensiva la carenza di personale è drammatica.
 
E adesso arriverebbe - ma ci si augura che la Regione Lazio intervenga autorizzando l’assunzione di uno specialista - la fine per un servizio di eccellenza capace di garantire 2.400 visite l’anno e circa 400 trattamenti di chemioterapia al mese a oltre 220 malati oncologici. Dopo otto anni, dunque, si rischia di privare il territorio di un reparto che ha lavorato con professionalità e grandissima umanità.
 

Gli stessi pazienti, che si sono riuniti in una associazione, hanno raccolto centinaia di firme per impedirne la soppressione. Se questo avvenisse queste persone sarebbero costrette a faticosi spostamenti all’Ifo o in altre strutture della Capitale per sottoporsi a trattamenti che sono estremamente ‘pesanti’. Sarebbe stata richiesta l’assunzione di uno specialista attualmente impegnato in una struttura del litorale sud. Ma il via libera non sarebbe ancora arrivato.
 
 
A schierarsi a fianco dei malati Patrizia Salis, capolista di Centro democratico e candidata al consiglio del municipio X, che ha lanciato un accorato appello al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, commissario alla sanità, ed anche il sindaco Gianni Alemanno, che questa mattina si è recato al Grassi per portare la propria solidarietà ai malati. Atteso anche l’intervento del neo ministro alla sanità, Beatrice Lorenzin, ex consigliere municipale di Ostia.