Ostia -  Interventi chirurgici rinviati all’ospedale Grassi di Ostia per mancanza di infermieri e ferristi in sala operatoria. A denunciare la situazione che si è venuta a creare al nosocomio lidense è Giuseppe Conforzi, coordinatore della Uil Fpl, e l’assessore al welfare e alle politiche sociali del municipio X, Emanuela Droghei. “E’ necessario garantire il diritto alla salute dei cittadini”, dichiara l’assessore Droghei: “ci auguriamo pertanto che si risolva presto la vicenda del personale del Grassi che sta mettendo a rischio il bisogno di salute della cittadinanza a prescindere dalle problematiche relative alla gestione delle risorse umane, all’interno dell’ospedale”. In questi giorni, infatti”, spiega, “una serie di interventi sono stati rinviati”.  

 

“Dopo lo spostamento di un infermiere della camera operatoria al pronto soccorso nel turno di notte si è innescato un effetto domino che mostra l'incapacità gestionale delle risorse umane”, interviene l’esponente della Uil Fpl: “ieri, martedì 2 settembre, è arrivata la disposizione di togliere un infermiere della rianimazione per spostarlo in camera operatoria. La stessa cosa si è ripetuta nel turno pomeridiano. Ricordiamo che gli infermieri che vengono trasferiti in un reparto difficile e delicato come la camera operatoria dovrebbero essere preparati, magari con un periodo di affiancamento. Questo ‘buttare allo sbaraglio’ gli operatori, invece, li mette a rischio di implicazioni medico legali. Ma chi gestisce il personale non è a conoscenza di questa cosa?  Dobbiamo forse aspettare una "disgrazia" per evitare tutto questo?”, domanda Giuseppe Conforzi, che ha già provveduto ad inviare due lettere alla direzione aziendale della Asl Roma D. “Inoltre”, continua il sindacalista, “la stessa rianimazione si è vista privata di una unità infermieristica, finendo sotto i minimi assistenziali. Ci sembra inopportuno scrivere sull'ordine di servizio che se i pazienti della rianimazione aumentano l'infermiere abbandona la camera operatoria per tornare nel suo reparto. E se per caso (non remoto) aumentano i pazienti in rianimazione e l'infermiere si trova nel bel mezzo di un importante intervento chirurgico? Che dovrebbe fare l'infermiere secondo la morale del coordinatore S.A.I.?  Ormai”, conclude Giuseppe Conforzi, “siamo allo sbando più totale: si è innescato un ‘effetto domino’ che sta provocando solo disservizi, malumori tra il personale e rischi per l'utenza. Quale sarà il prossimo reparto ad essere depotenziato?  Non sarebbe forse il caso di rinnovare la gestione del servizio infermieristico eliminando tutte le anomalie da noi segnalate da tempo?  La Uil Fpl non può e non deve accettare che si continui su questa linea: ci riserviamo ulteriori forme di protesta”.