Ostia, ‘I violini di Auschwitz’: il Fara Nume non dimentica
Ostia - "Voi mi chiederete: come ebreo, come hai potuto raccontare una barzelletta del genere in un momento come quello? È così che siamo sopravvissuti”. Le parole di un testimone accompagnano nel ricordo, in una memoria che commuove e nello stesso tempo pone degli interrogativi sulla nostra storia di uomini. Grazie al Teatro Fara Nume in questi giorni Ostia ha l'opportunità di stringersi intorno alla comunità ebraica preservandone la memoria. Lo spettacolo messo in scena allo stabile di via Domenico Baffigo su un testo di Stefania Maccari, interpretato da Andrea Serafini e Fabiana Candellero, commuove e accende il ricordo sulla shoah, la strage che portò alla morte undici milioni di persone nei campi di sterminio nazisti. “Come non collegare questa memoria anche con le altre stragi, come per esempio quella delle foibe, che colpì in particolare noi italiani, e poi le stragi in Siria e in Palestina?”, domanda l’associazione la Ciurma di Ostia. "Queste sono le cose che ci hanno fatto andare avanti - ci ricorda ancora chi c'era - il resto ce l'avevano preso i tedeschi. Avevano costruito alti muri di filo spinato, per rinchiuderci nel ghetto, e siamo stati isolati dal resto del mondo per anni, senza ricevere notizie. Quindi ci aggrappavamo alle piccole cose, una barzelletta, una giornata di sole, un passaparola incoraggiante, la voce di un violino”, ricorda un sopravvissuto.
Tags: ostia