Ostia – Appuntamento sabato 22 febbraio, alle ore 20.30, alla Casa Internazionale della Donna in via della Lungara 19,  a Roma, per la presentazione da parte del Circolo culturale sardo Quattro Mori di Ostia del progetto teatrale di e con Francesca Falchi  “Fèminas de perda e de soli”. Ingresso libero. Sarà presente la consigliera capitolina Sel Maria Gemma Azuni. A fine serata degustazione di prodotti tipici della Sardegna.

 

Il progetto - Come il mare che circonda l’isola, che resiste alla ruggine gelida del maestrale ed alla costanza tiepida del levante, rimanendo identico a se stesso. Come la terra che dell’isola è corpo atavico ora perduto in distese riarse e fiorenti, ora impervio nella sua anima scolpita a vivo. Le “donne di pietra e di sole” attraversano la storia la letteratura l’arte la scienza e l’imprenditoria della Sardegna con la consapevolezza di chi sa che anche il flusso più lieve può incidere la roccia con la sua costanza e la sua determinazione. Dalla martire “karalitana” santa Barbara a Julia Carta, la giovane di Siligo processata per stregoneria; dall’ “ardita virago” Donna Lucia Delitala Tedde a  Donna Francesca Sanna Sulis imprenditrice che avviò una fiorente coltura dei bachi da seta e fu anche la prima stilista “made in Italy”; da Adelasia Cocco la prima donna sarda a laurearsi in Medicina e una delle prime in Italia a ricoprire l’incarico di medico condotto alla cantautrice ed attrice Maria Carta; dalla poliziotta Emanuela Loi, vittima dell’attentato in Via d’Amelio fino a Maria Paola Masala, prima donna ad essere assunta nella redazione dell’Unione Sarda. Le “fèminas de perda e de soli” rappresentano il cuore femminile della Sardegna, una terra che custodisce  la sua identità primigenia adattandosi ed evolvendosi ma rimanendo uguale a se stessa in quei valori di granito cangiante, in quel sentire che è viscere e sangue, in quell’esistere che la conduce, tra sabbia e mirto, nel suo futuro screziato, ancorandola con tenacia romantica e coraggio incalcolabile al suo femminile passato.

 

Francesca Falchi è nata a Cagliari  nel 1970. Si diploma alla Scuola di Teatro di Bologna. È finalista al Premio Scenario 1995 con Christiane Forse. Nel 2002 si laurea con 110/110 e lode con una tesi dal titolo Pasolini e la Spagna. Nel 2006 vince il Premio Teramo, sezione Città di Fantasia, con il racconto La peschiera.  Il suo primo testo teatrale, Frida che nacque due volte, nel 2009 è finalista al Premio di drammaturgia Oltreparola. Nel giugno del 2010 debutta con Il lupo e il cielo spinato. La favola nera di Esther H.. E’ ospite della rassegna Garofano verde 2011 con Der puff-primo studio. Nel settembre 2011 è finalista alla II edizione del Premio di Drammaturgia Avamposti d’Autore con il testo Degeneration/Degenderation. Nel novembre 2011 il saggio El juanero- Pasolini e la Spagna, edito nel 2003, esce tradotto in Spagna dalla Editorial Alreves di Barcellona. E’ vincitrice della I edizione del Premio Lunarte Festival 2012 con il monologo L’Alba della sposa. E’ semifinalista ai Teatri del Sacro 2013 con CANOSSARIUM . E’ autrice della sceneggiatura de La donna di carta, il cui teaser è stato presentato alla 70ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica-La Biennale di Venezia all’interno Queer Lion Award 2013. E’ finalista alla III edizione di Avamposti d’Autore 2013 con il testo Jellyfish , il cui primo studio è semifinalista al premio Dante Cappelletti 2013. E’ vincitrice del Premio di drammaturgia In punta di penna 2013 e della XIV edizione del Premio di scrittura femminile “Il Paese delle donne” 2013 sezione teatro con il testo Vettorina nella città dei pezzi di ricambio. Il suo lavoro si focalizza sulla Shoà, sulle tematiche di genere e  Lgbt.