Ostia, in fiamme 4 bungalow al Country club: probabile matrice dolosa
Ostia – Sembrerebbe di natura dolosa l’incendio che sabato pomeriggio ha distrutto quattro bungalow al Camping Country club Castelfusano, a Ostia. Due appartengono alla proprietà, ossia alla famiglia del principe Mario Chigi, e due a dei campeggiatori. A finire in cenere due casette in legno in via del Bosco della Signora e altre due strutture. Secondo i vigili del fuoco, intervenuti per spegnere le fiamme insieme agli uomini della guardia forestale e ai custodi, la causa del rogo potrebbe essere dolosa, benché siano tutt’ora in corso indagini per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. Non sarebbe impossibile, infatti, che qualcuno abbia agito in pieno giorno con intenti criminosi. Danni stimati per circa 15.000 euro. Questo episodio ha tuttavia gettato nello sconforto centinaia di campeggiatori, la ‘Gente del Country Club Castelfusano’, come si definiscono, che seguono ormai da oltre un anno con il fiato sospeso le vicende del campeggio posto sotto sequestro l’8 marzo del 2012 per abusivismo edilizio e danneggiamento del patrimonio ambientale.
Da tempo si sono conclusi i lavori di adeguamento richiesti dalla determina del Campidoglio per la ripresa delle attività: grazie a questi interventi si è avuta la trasformazione su ruote di sedici bungalow e di tutte le casette che prima poggiavano sul tufo. Sono stati demoliti i bagni e gli spogliatoi del ristorante del villaggio turistico e gli uffici della direzione. Insomma, tutto è pronto per la riapertura della struttura ricettiva, una delle più grandi d’Italia, ma il rischio è che anche questa estate il Country non apra. Con un danno economico e d’immagine sempre più grave. Il comune di Roma ha infatti revocato “l’attività ricettiva del campeggio, non sussistendone i requisiti per il prosieguo”.
Intanto il Country rischia di restare chiuso per un’altra stagione turistica. Il Campidoglio, infatti, ha revocato «l’attività ricettiva del campeggio, non sussistendone i requisiti per il prosieguo». La determina capitolina per autorizzare la ripresa impone prescrizioni relative alla rimozione degli abusi edilizi e alla trasformazione dei bungalow in case mobili. La proprietà, che fa capo alla famiglia del principe Mario Chigi, ha già provveduto alla demolizione degli abusi tra i quali anche sedici bungalow, gli uffici della direzione, i bagni e gli spogliatoi del personale del ristorante. Inoltre, sono state montate le ruote su tutte le unità abitative. Flavio Chigi, portavoce ufficiale del Country, si sta battendo da più di un anno per la riapertura della struttura. “Non ce la faccio proprio più! Roba da pazzi: dopo i proiettili, anche gli incendi!”, commenta con amarezza. Al padre, il principe Mario, fu infatti recapitata una missiva con un proiettile. L’episodio fu denunciato ai carabinieri. Ad essere penalizzati i campeggiatori, che lo scorso mese di febbraio hanno fatto recapitare al sindaco Gianni Alemanno oltre 1.300 firme, ottenendo l’impegno del primo cittadino ad interessarsi. A consegnare la petizione Stefano Bertozzi, rappresentante del Comitato campeggiatori, che raccoglie circa 4.000 utenti, il consigliere municipale uscente, Alessandro Paltoni, e il consigliere capitolino uscente Francesco Smedile. In quell’occasione Alemanno si disse “d’accordo a convocare la conferenza di servizi, un atto propedeutico affinché la struttura venga riconsegnata agli oltre 4.000 utenti prima dell’estate”.
Nella nota del 22 febbraio veniva anche precisato che “il campeggio era stato chiuso perché il tribunale di Roma aveva ordinato la demolizione, attualmente in corso, di alcuni manufatti abusivi presenti nell’area, vincolando la riapertura alla presentazione di un progetto di ripristino che sarà concordato proprio in conferenza di servizi”. E poi gli ex dipendenti, 70 lavoratori che adesso sono in cassa integrazione. Adesso c’è molta attesa per il 12 giugno, giorno in cui il Tar del Lazio si esprimerà sulla richiesta di sospensiva della revoca della licenza fatta dal Campidoglio. Questi i commenti su facebook: emergono costernazione e dolore. Scrive Fabrizio C.: “Che tristezza vedere il Country in questa situazione! Spero veramente col cuore ke tutto si possa risolvere e che presto tutti voi potrete tornare a godere di questo magnifico posto. Me lo auguro davvero. Un abbraccio a tutti!”. E Giancarlo G.: “Sembra l'impossibile... Eppure è una dura realtà.... Speriamo da parte mia e di fabri nel bene più assoluto a tornar in vita l'anima del contry... gianky”. Mauro de S.: “Non avrei mai pensato potesse accadere qualcosa del genere. Per qualsivoglia motivo. sono addolorato per chi ha perso cio' che gli era caro. se c'e' un modo per poter solidarizzare con i campeggiatori danneggiati sono disponibile a tutto”. Angelo T.: “Chi ha la possibilità di entrare al CCC , considerato che le autorizzazione d'ingresso da parte del pm sono bloccate? Non credo che tra noi campeggiatori esista persona tanto meschina da compiere un tale gesto mettendo a rischio la vita delle poche famiglie che risiedono ancora nel CCC e degli operai che stanno operandosi a mettere in norma il cccc”.
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