Ostia – Appuntamento venerdì 14 febbraio, alle ore 16, presso la sede del Circolo Pd Ostia Centro in piazza della Stazione Vecchia, 11. Al centro dell’incontro Marco Guglielmo, candidato segretario Pd Lazio in vista delle primarie regionali del 16 febbraio, con la partecipazione di Elly Schlein. Introduce Anna Lucia Nicosia. Appunti, idee e proposte per un progetto nuovo della Regione Lazio a partire da uno dei temi più caldi del litorale: la legalità.

 

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Il solito? No, grazie!

Pippo Civati

Di seguito il programma nei punti salienti:

Per un Partito che riponga le calcolatrici degli equilibri tra correnti. E che riapra libri, su cui scrivere un racconto nuovo.

“E uno si fa questa domanda: è questo il destino della vita umana? Lo sviluppo non può essere contro la felicità. Deve essere a favore della felicità umana, dell’amore, della terra, delle relazioni umane, di prendersi cura dei figli, di avere amici, di avere l’elementare! Perché questo è il tesoro più importante che abbiamo. Quando lottiamo per l’ambiente, il suo primo elemento si chiama: la felicità umana”.

Il nostro viaggio per una missione (non) impossibile parte da queste parole del Presidente uruguayano Mujica. Perché la quotidianità di una politica smarrita che causa spesso vergogna, frustrazione, rabbia, ci porta a dimenticare ciò che invece chiede una memoria fortissima.

Siamo in un Partito perché vogliamo costruire insieme una società più giusta. E perché vogliamo essere la sinistra del ventunesimo secolo, una forza di liberazione e non una burocrazia privilegiata. Smettendola di perderci dietro le sirene della “moderazione”; alibi per allontanare i cittadini, far decidere pochi, trasmettere l’idea che il riformismo sia cambiare pochissimo e pianissimo.

Noi vogliamo essere la sinistra che si candida a vincere, che vuole farlo con la partecipazione dei molti è convinta che il Governo è uno strumento per cambiare molto e davvero.

Ci candidiamo a portare una ventata di aria fresca nel Pd Lazio, con una guida forte e collettiva. Con la convinzione profonda che le classi dirigenti della politica, con le loro debolezze e nefandezze hanno spinto tante e tanti ad una dimensione di solitudine egoista e rancorosa, hanno costretto troppi a perdere la speranza.

E che dunque la questione morale, la rigenerazione dei comportamenti del “politico”, la credibilità del nostro Partito, non possono più essere infangate per far comodo a pochi, e non sono l’appendice legalitaria di un programma di governo: per noi, sono la premessa di una nuova storia da scrivere.

Ci candidiamo con la coscienza dei nostri limiti, con l’entusiasmo di chi ha molto da imparare, ma coscienti di essere persone che rifiutano di essere irreggimentati in quelle filiere personalistiche di gestione di piccolo potere che hanno imbrigliato troppe energie e intelligenze del nostro Partito.

Questo nostro manifesto parte da alcuni principi, in forma di appunti, che nel corso del nostro viaggio verso le primarie del 16 febbraio diventerà un racconto aperto, da scrivere con migliaia di mani, dove ognuna ed ognuno porterà le proprie competenze per definire idee e progetti conseguenti. E che consegnerà al nuovo segretario del Pd Lazio, al gruppo dirigente di una Regione che ha molto da dire in Italia e in Europa, un contratto collettivo, una guida di riferimento, e un elemento di verifica della propria azione.

1.      UN PAESE SENZA CONFLITTI (DI INTERESSI)

Il nostro Paese è strozzato ad ogni livello da commistioni tra ruolo pubblico e interessi privati. Per questo il nostro Pd Lazio sosterrà senza tregua una battaglia durissima perché il Parlamento approvi, con chi ci sta (se si può andare oltre la maggioranza di Governo sulla legge elettorale, perché non farlo anche su temi così fondamentali?), la proposta di legge di Civati e altri sui conflitti di interessi (e il plurale non è un caso).

E daremo battaglia ad ogni conflitto d’interesse nel Lazio, nel comune più piccolo come in Regione. Là dove un dirigente pubblico scriva progetti per aziende private che poi dovrà valutare nella sua funzione, dove un funzionario della sanità pubblica partecipi in aziende che si occupano di sanità privata, dove un eletto possieda quote azionarie in società edilizie che ottengono concessioni dagli stessi enti che amministra.

2.      IL RIGORE CHE CI PIACE….

E’ passato poco più di un anno dallo scandalo Fiorito, e da tutto ciò che i comportamenti criminosi hanno portato allo scoperto in termini di errori politici (anche nostri) alla Regione Lazio. Noi non dobbiamo dimenticare. E non possiamo pensare che l’elezione di un Presidente di Regione onesto e per bene come Zingaretti risolva tutto.

E’ ora che ci sia un Partito a definire un’agenda per il Governo della Regione, che sostenga una Riforma del Titolo V della Costituzione che lasci alle Regioni funzioni legislative e di controllo, e trasferisca i ruoli di gestione alle Aree metropolitane e alle Unioni di Comuni, superando le Province una volta per tutte.

Con un Partito che già prima della riforma costituzionale affronti il proprio macigno: quello di essere diventato la federazione degli elettori di ciascun consigliere regionale. Fa malissimo al Partito, come fa malissimo agli eletti alla Pisana.

Da subito bisogna trasferire agli enti locali tutte le somme che la Regione attribuisce come contributi diretti a associazioni o imprese, da subito dobbiamo pretendere di dimezzare i costi della politica regionale, per destinare quei fondi a iniziative di rilancio dell’occupazione e di contrasto alla precarietà.

Da subito dobbiamo pretendere una nuova legge elettorale regionale che imponga la parità di genere nell’elezione dei consiglieri regionali.

3.      … E QUELLO DA SCONFIGGERE

Il 25 maggio ci giochiamo l’Europa. Non permetteremo che le elezioni europee siano una fastidiosa selva di manifesti personali (che vieteremo con decisione della direzione regionale) per accaparrarsi le preferenze in un mega-Risiko delle filiere interne. Giocheremo a testa alta per un PSE che non sia una bandierina sporadica, ma una missione che incida sulla vita concreta di tutti noi.

Perché gli Stati Uniti d’Europa nasceranno se il Mediterraneo batterà come un cuore pulsante di civiltà e relazioni umane. Perché solo con gli Eurobond potremo fare gli investimenti che ci portino fuori dalla crisi. Perché la crescita non si misura con indici di borsa che schizzano in alto quando crolla il numero di posti di lavoro.

Ma con il miglioramento della qualità della vita. Con l’innalzamento del livello di istruzione. Con l’allargamento dei diritti. Con l’espansione della democrazia. Con le opportunità di vita che tirano fuori milioni di persone dall’indigenza, ponendo fine alle guerre tra poveri.

4.      L’EUROPA CHE ACCENDE PASSIONI

Perché l’Europa non sia un tema da convegnistica elitaria, ma una missione collettiva serve che le opportunità, che già oggi offre, non si perdano più nei mille rivoli di fondi frammentati su progetti che finanziano progetti che rimangono progetti. Oggi, qui, subito, serve che il Lazio definisca il proprio POR (Programma Operativo Regionale) sulla base di tre linee di indirizzo che migliorino la vita quotidiana dei cittadini:

  • una politica industriale che punti sui distretti in quei settori (l’hi-tech, la chimica farmaceutica, la filiera agroalimentare ogm-free) che uniscono i territori, il mondo della ricerca e l’impresa, dalla più grande alla più piccola, secondo il principio per cui si ottengono finanziamenti creando occupazione senza precarietà.

·         un’infrastruttura essenziale per il Lazio. La trasformazione delle congestionate ferrovie regionali in metropolitane leggere. Perché i pendolari non restino intrappolati per 3 o 4 ore al giorno. Perché la mobilità consenta ai flussi turistici di andare oltre il Raccordo. Perché il COTRAL possa trasformarsi da disastroso duplicato di disastrate ferrovie in un’agenzia complementare a servizio delle zone montane e dei collegamenti trasversali. Perché si allenti finalmente la pressione per crescita abitativa (ed edilizia) nella prima fascia attorno alla città di Roma.

·         un piano energetico innovativo: fare del Lazio la prima Regione d’Europa che rottami la produzione di energia da combustibili fossili, è possibile con un grande investimento sulle rinnovabili e un patto con le imprese e gli enti locali, che consentano di abbattere i loro costi energetici, e su tutti gli edifici pubblici, andando così nel concreto a liberare risorse (circa il 10% della spesa corrente) per i Comuni.

5.      CI SONO ZERI DI GRANDE VALORE…

Il territorio è il nostro bene più grande. Per questo lanceremo una campagna che raccolga le migliori esperienze per costruire il Lazio a consumo di suolo zero. Con una nuova concezione dell’urbanistica, dinamica, che da un lato snellisca le procedure, e dall’altro faccia della tutela del suolo non la lacrima da coccodrillo del giorno dopo un’alluvione o una frana, ma un atto d’amore verso chi oggi non è ancora nato.

E costruiremo la proposta per una Regione a rifiuti zero. Obiettivo concreto e tecnicamente fattibile; a patto che la nostra agenda non la scriva Cerroni o un qualunque altro monopolista di discariche e inceneritori. Si tratta di cominciare un cammino, mettendo in rete associazioni del settore, le migliori esperienze al mondo, smettendola intanto di destinare le risorse regionali per la differenziata stradale che oggi, nelle forme in cui avviene, serve solo a produrre combustibile per gli inceneritori, e investendo tutto sulle forme di raccolta che puntino sul riuso dei materiali, asse fondamentale per creare posti di lavoro e un futuro più pulito.

6.      …ED ALTRI INTOLLERABILI

I precari, gli “esodati”, i disoccupati non sono numeri da statistica, ma un magma senza rappresentanza che deve diventare il nostro noi. Non è uno stato civile quello che consente che ci siano cittadini senza nessuna risorsa per vivere. E’ per questo che, con la Regione e l’azione del Pd a livello nazionale, il Reddito minimo garantito e il sussidio universale di disoccupazione devono diventare la nostra ossessione, la nostra bussola, la nostra priorità. Perché il diritto alla sussistenza non può essere la merce di scambio per un voto, e dobbiamo liberare i Comuni dall’assalto quotidiano della disperazione. Perché senza un reddito, e un tetto sotto cui vivere, non c’è dignità.

7.      CITTADINANZA UGUALE DIRITTI

La nostra regione deve trasformarsi in un territorio fondato su inclusione sociale, non discriminazione e promozione della diversità come fattore positivo e fondamentale, in piena linea con la strategia continentale di Europa2020.

Massima attenzione deve essere rivolta al tema della sanità, compromessa da anni di malagestione del Centrodestra: su questo tema si misura la credibilità della azione politica del centrosinistra nella Regione Lazio. Si cambia se non ci si occupa più di nominare politicamente i primari, ma di un progetto immediato per l’azzeramento delle liste d’attesa, e perché la medicina del territorio non sia più uno slogan da campagna elettorale. Si recuperano risorse intraprendendo azioni risarcitorie verso chi ha prodotto negli anni, per azioni consapevolmente colpevoli, voragini nei bilanci delle Asl. Si deve avere il coraggio di attuare la legge 194, perché una donna che voglia interrompere una gravidanza non debba più fare lo slalom tra obiettori di coscienza che la colpevolizzano. E di fare in modo che una donna che invece una gravidanza la voglia, pur non potendo, non debba essere esclusa dalla maternità per una legge retrograda sulla fecondazione assistita.

L’amore per noi è uguale e richiede pari diritti, al matrimonio o ad una convivenza riconosciuta per legge, per Mario e Daniele così come per Francesca e Roberto. Ma dobbiamo tirare fuori la discussione sui diritti civili dalle secche della contrapposizione sempre uguale a se stessa con l’ipocrisia di chi parla di famiglia tradizionale senza fare nulla per le famiglie. Il diritto universale ad un posto in un asilo nido, il contributo alle spese per un neonato, una rete di centri per l’infanzia e di centri di aggregazione giovanile in ogni territorio sono le battaglie che la comunità LGBTQI e il Pd Lazio faranno insieme, con risposte concrete che tornino a dare serenità a tutte le famiglie; perché famiglia è un nucleo di solidarietà e amore, comunque essa sia formata.

8.      IL SENSO DI DUE PAROLE: PARTITO E DEMOCRATICO

Siamo realisti. Vogliamo rendere possibile ciò che sembra impossibile. Diceva qualcuno che la scuola non dovrebbe riempire dei secchi, ma accendere dei fuochi. Questo stesso obiettivo lo rivolgiamo a un Partito che sembra piegato alla rassegnazione delle cattive pratiche, dell’insignificanza, dell’opacità e dell’annebbiamento delle intelligenze. Questa è l’ambizione che rivolgiamo al Partito Democratico. Grande come una forza che vogliamo apertissima e organizzatissima.

Aperta al “fuori”, alle lotte che maturano nella società, agli esempi migliori di civismo e solidarietà. E organizzata, perché quello di cui abbiamo parlato non è un programma per le elezioni regionali, ma lo sfondo di una visione che il Partito deve essere in grado di costruire in una dimensione di autonomia dal Governo. Sapendo che senza un Partito, senza una libera associazione non c’è sinistra, ma il predominio di un leader; e anche la leadership più forte, più autorevole, più onesta, non può racchiudere in sé il valore della democrazia, che è per definizione una sfida collettiva.

Un Partito di cui si possa andare fieri, sempre, e di cui non ci si debba vergognare, mai. Che sia Democratico nei contenuti e nel suo metodo. Che rispetti le proprie regole, perché altrimenti non si capisce come si possa chiedere ai cittadini di farlo.

Con un Segretario che si dedichi al PD a tempo pieno rinunciando ad ogni altro incarico elettivo nelle istituzioni sovracomunali. Con una segreteria rinnovata, espressione delle migliori energie nei territori. Con una struttura che ne valorizzi la dimensione orizzontale, come un social network collettivo.

Obiettivo che si realizza con delle scelte precise:

·         Valorizzando i circoli attivi, dando corpo e sostegno non sporadico all’idea che siano luoghi aperti al territorio, all’associazionismo, alle pratiche di solidarietà; facendone quei luoghi ideali in cui la discussione dei molti produce progetti di miglioramento del territorio e della qualità di vita.

·         Praticando tolleranza zero verso qualsiasi forma di inquinamento clientelare che possa riguardare la vita del partito (con una maggiore incisività nella Commissione di garanzia regionale, organismo da rifondare cercando personalità assolutamente al di fuori di schemi di corrente ed equilibri interni).

·         Superando la sterilità della discussione iscritti/elettori. Non perché non sia un equilibrio fondamentale, ma perché le iscrizioni “a pacchetto”, le pratiche clientelari, producono un paradosso insopportabile: quello per cui abbiamo “iscritti” che non sono neanche elettori del Pd, ed elettori “militanti” che rifiutano di iscriversi. E’ allora essenziale ridefinire il cuore della questione, la dimensione di una libera associazione, a partire dalla dimensione dei “partecipanti”. Facendo scegliere, iscritti (consapevoli) e non (ancora), su temi essenziali per il Paese, con un percorso in cui l’attenzione alle idee, alla visione, sia la chiave per smontare le rigidità correntizie. Per questo, entro il mese di aprile, apriremo una grande fase di discussione su temi essenziali per il territorio e per il Paese, a partire dal Jobs Act e i matrimoni egualitari, che culmineranno nel primo referendum aperto ai partecipanti del Pd.

·         Attuando la massima trasparenza di ogni singola voce di finanziamento e di spesa del Pd Lazio, elaborando nuovi strumenti per definirne l’autonomia finanziaria. Che deve supportare innanzitutto la rete dei circoli, attraverso una mappatura precisa delle esigenze economiche di ognuno di questi, in collaborazione con le federazioni, così da poter avere, in ogni territorio, almeno una sede dotata di una connessione internet.

·         Facendo del Pd Lazio un collettore che raccolga in modo scientifico ed unitario le informazioni provenienti dal livello europeo e nazionale così come da tutti i territori e dalle comunità che le abitano, uno spazio condiviso dove, su questi dati, si elaborino le proposte e si creino strumenti di misura per valutarne l’efficacia. Ancora oggi, ad esempio, non esiste uno spazio comune dove socializzare le buone prassi dei nostri amministratori locali: noi lo creeremo.

·         Creando una piattaforma informatica regionale aperta a diversi profili. A seconda del proprio profilo (dirigente regionale/quadro intermedio/ dirigente di circolo/ quadro intermedio di circolo/ militante), secondo il principio un iscritto-una utenza, si avrà a disposizione una gamma di servizi che permettano di proporre quesiti, scaricare materiali informativi o di campagne, socializzare buone pratiche tra circoli o tra amministrazioni locali. E’ sbagliato ridicolizzare le opportunità che la rete apre alla partecipazione democratica, ancora più sbagliato sottovalutare i rischi della estrema semplificazione delle scelte basate solo sui “mi piace” da social network.