Ostia - “Accogliamo positivamente l’approvazione all’unanimità, da parte del consiglio del municipio X, di un ordine del giorno presentato dal consigliere Sel Eugenio Bellomo, che impegna il presidente Tassone a intitolare il Parco di Dragona alle vittime del femminicidio e di apporre due targhe su due panchine da dedicare rispettivamente a Michela Fioretti e Alessandra Iacullo”. E’ quanto afferma Manuela Campitelli, presidente dell’Associazione Punto D, che opera per il contrasto alla violenza di genere e al femminicidio.


“Riteniamo questo un  primo passo per continuare a tenere alta l’attenzione sul fenomeno del femminicidio, che non è un delitto passionale ma un omicidio di una donna in quanto donna, cioè basato sul genere e sull’idea di possesso. All’intitolazione di oggi deve seguire un impegno, lo stesso che la Convenzione di Istanbul richiede alle istituzioni: prevenzione della violenza, protezione delle vittime e punizione dei colpevoli. Questo sarà possibile solo dotando i territori, a partire dai singoli municipi, di fondi e strutture adeguate per l’apertura e la diffusione capillare degli sportelli anti violenza, dei centri di ascolto e delle case di semi autonomia”, dichiara la presidente Campitelli. “Come associazione impegnata nel contrasto della violenza di genere e nella diffusione del rispetto delle differenze, riteniamo necessaria una mappatura degli edifici pubblici inutilizzati in grado di essere adibiti a tale funzione, una implementazione dei fondi destinati alle donne vittime di violenza, ai bambini e alle categorie fragili, progetti di auto recupero e di formazione professionale in grado di restituire autonomia e autostima alle donne abusate, un lavoro capillare nelle scuole per trasmettere ai giovani il rispetto per le persone a prescindere dalla razza, dal genere, dall’orientamento sessuale, dalla religione e dalla disabilità. L’attenzione deve rimanere alta in tutti i livelli: le istituzioni, gli ospedali, le questure, le associazioni hanno il compito di fare rete e di avviare percorsi congiunti per il contrasto della violenza domestica. Nessun anello di questa catena può venire meno se vogliamo  evitare che si ripetano uccisioni efferate come quelle fino ad oggi accadute. Da mamme, da figlie, da sorelle, semplicemente donne, non vogliamo più sentire che mancano le risorse: sappiamo bene che basterebbe ridurre i costi e i privilegi della politica per aprire più centri antiviolenza. Vogliamo azioni di sistema, vogliamo un futuro sereno per le/i nostre/i figlie/i. Lo dicono i più grandi esperti di economia mondiali: investire in prevenzione, nella scuola e sulle donne non è un costo ma un grande investimento e un risparmio per il futuro. I costi per riparare i danni a volte irreparabili sono e saranno sempre maggiori.  La violenza contro le donne è una sconfitta per tutti”, conclude Campitelli.