Ostia – «Caro direttore, come una spada di Damocle, pende sulla testa degli stabilimenti balneari italiani una imminente sentenza della Corte di giustizia europea, che molto probabilmente dichiarerà l'incompatibilità della nostra Legge n. 221 del 2012 (nella parte che prorogava la scadenza delle concessioni balneari al 31.12.2020) con l'art. 12 della direttiva Bolkestein. In alcune Regioni, come per esempio la Toscana, si tenta furbescamente di aggirare l’applicazione della direttiva europea con leggi regionali ad hoc, anche se dovrebbe essere lo Stato - come da Costituzione - ad avere competenza esclusiva sulla tutela dell’ambiente e della concorrenza".

"Emblematico continua a essere il caso del litorale romano, dove una serie di sequestri e dissequestri di stabilimenti sta caratterizzando la stagione di cittadini e di turisti, ma dove il mare resta inaccessibile. Da tempo si va denunciando la particolare condizione del X Municipio della Capitale, già commissariato per mafia e a tutt’oggi delimitato da un duplice lungomuro, di cemento e di illegalità. A meno che Ostia non voglia uscire dall’Unione europea come la Gran Bretagna, da chi dobbiamo aspettarci, oggi, la soluzione di quella anomalia che scotta come la sabbia demaniale che non possiamo calpestare?», così lo scrittore e Radicale Paolo Izzo in una delle sue consuete e ormai note lettere ai quotidiani.