Ostia, la concessionaria auto confiscata per errore chiede un maxi risarcimento di 8,1 milioni di euro
Durante l’evento, Piergiorgio Capra ha ribadito “il danno d’immagine compiuto verso la sua azienda per una superficialità giudiziaria, che ha portato l’attività a essere accostata alle vicende del clan Spada: errore evitabilissimo, se solo i procuratori avessero letto e studiato attentamente le carte inerenti le dichiarazioni di un pentito”.
Sulla questione si è espressa anche Federica Angeli, che giornalisticamente ha acceso i riflettori mediatici sull’attività illecita della famiglia Spada sul Litorale Romano. Ha dichiarato come “sia necessario nel giornalismo la certezza delle fonti, come peraltro prevederebbe anche una deontologia professionale e insegno ai miei studenti nei corsi che tengo sull’attività giornalistica. Nei fatti accaduti alla Gamma Auto, si è condannata mediaticamente un’attività nonostante fosse totalmente estranea alle logiche del malaffare”.
Nel suo intervento, il dr. Antonio Del Greco ha detto come “a Ostia tutti conoscono, anche per fama, quelle realtà legate al malaffare. Logiche note alla cittadinanza locale in quanto un grande paese e che non possono essere sconosciute a realtà come quelle delle Forze dell’Ordine e della Giustizia. Sul caso Gamma Auto, la Giustizia ha pagato due situazioni: la mancanza di fonti affidabili sul territorio e la voglia di chiudere in fretta il caso”.
A chiudere l’evento, è arrivato l’intervento dell’avvocato Andrea Rossi, che segue gli interessi della famosa concessionaria lidense. Il legale ha detto: “Abbiamo chiesto un risarcimento di 8,1 milioni d’euro allo Stato italiano con una PEC indirizzata al Presidente del Consiglio, equivalenti al fatturato di 2,5 milioni d’euro l’anno dell’azienda per tre anni, ovvero tutto il periodo di sequestro e confisca. Oggi parliamo di una cifra indicativa, poiché al momento stiamo ancora calcolando i danni contabili, materiali, d’immagine e soprattutto morali verso i gestori dell’attività. Infatti, dobbiamo pensare come oggi la concessionaria sia nella black list di un importante istituto di credito nazionale per questa faccenda, oltre a essere stata dipinta come ‘vicina’ a un’attività criminale da varie testate giornalistiche”.
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