Ostia – Sono una settantina i lavoratori della Ma.Ca. srl, la società che si occupa della pulizia e sanificazione ambientale, agibilità presso le sedi, i servizi e le strutture aziendali della Asl Rm3, associati a Cgil e Uil, che all’ospedale Grassi di Ostia hanno proclamato lo stato di agitazione per il mancato pagamento dello stipendio di giugno e della quattordicesima. Una situazione, quella della mancata corresponsione della retribuzione, che torna a ripresentarsi a distanza di pochissimi mesi dall’inizio della primavera scorsa.

LA RICHIESTA - Filcams Cgil Roma Col E Uil Trasporti in una nota congiunta tengono a “sottolineare che il reiterato o mancato pagamento delle retribuzioni perdura da mesi e i lavoratori coinvolti, fortemente indebitati, sono ormai esausti tanto da determinare una condizione in cui è difficile garantire la tenuta della sicurezza sociale”. E’ per questa ragione che le sigle esprimono “forte preoccupazione per la situazione che rischia di sfuggire dal controllo, per la qualità del servizio reso agli utenti / cittadini, nonchè per l’incolumità fisica delle persone coinvolte” e ritengono “doveroso un incontro urgente tra tutti i destinatari in indirizzo (vertici azienda sanitaria, prefetto di Roma, società Ma.Ca., commissoine garanzia, presidente Regione Lazio e tutti gli enti preposti, ndr).


“Tale riduzione”, si legge in un passaggio della nota dei Cobas Asl Rm3, “si era verificata anche a seguito di disposizioni della Direzione dell’ex Asl Roma D in merito all’applicazione del Piano di Rientro, imposto dalla Regione Lazio e riguardante, appunto, la riduzione degli acquisti di beni e servizi rispetto ai costi sostenuti nell’anno precedente che, di fatto, ha comportato pesanti riduzioni per tutte quelle commesse e prestazioni relative a contratti di appalto di servizi e di fornitura di beni e servizi (vedi servizi mense, pulizie, ecc.)”. “Scrivente O.S. sollevò, a suo tempo, osservazioni, obiezioni e preoccupazioni in merito alle misure adottate, soprattutto per le conseguenze che, tali scelte, avrebbero comportato per la sicurezza e la tutela di quelle condizioni di igiene, salubrità e decoro che, necessariamente, devono essere garantite nei luoghi di lavoro che, si ricorda, devono essere sottoposti a regolare pulitura, onde assicurare condizioni igieniche adeguate” (art.64 – D.Lgs.81/08)”, prosegue la nota dei Cobas.


“Scrivente O.S., a tutt’oggi, ha potuto riscontrare, anche a seguito di numerose segnalazioni pervenute, come la diminuzione e la rimodulazione delle attività di pulizia e sanificazione degli ambienti, sta già determinando non pochi disagi e disservizi nelle diverse sedi e nei luoghi di lavoro (mancata e/o discontinua fornitura di carta igienica, di carta asciugamani e sapone, limitazione frequenza della pulizia in tutti gli ambienti, ecc)”, continua la nota. “Risulterebbe, inoltre, che il numero degli addetti alle pulizie sia divenuto, con il tempo, sempre più insufficiente rispetto alle superfici, agli spazi da trattare, soprattutto, in rapporto ai tempi che gli stessi hanno a disposizione per svolgere tutti gli interventi necessari. Tali operatori sono, infatti, spesso sottoposti a carichi e ritmi di lavoro particolarmente impegnativi e costretti, peraltro, a interventi di pulizia in sedi diverse e talvolta anche distanti l’una dall’altra. La scrivente O.S. chiede, pertanto, un intervento formale e definitivo atto a garantire i diritti e le tutele per le lavoratrici e i lavoratori interessati e, al contempo, la corretta e puntuale pulizia e sanificazione di tutti i Presidi e gli uffici della Asl Rm/3 nel pieno rispetto delle normative vigenti in materia di igiene e pulizia nei luoghi di lavoro”, conclude la nota dei Cobas.