Ostia? Un lungomuro. Bandiera nera di Legambiente
Ostia - Muri, recinzioni, cancelli. Al Mare di Roma le gabbie sono tutte là anche quest'anno, nonostante le norme e le buone intenzioni. Ma il “lungomuro” non solo separa il mare e la città, ma anche gli stabilimenti tra di loro. E anche le aree di spiaggia libera presentano una sequenza di file pressoché ininterrotte di vasi, cabine e recinti che arrivano fino al mare.
A pochi giorni dall'arrivo della Goletta verde nel Lazio, Legambiente torna anche quest'anno a denunciare lo “scandalo” del lungomare lidense. I volontari del Cigno verde hanno voluto inoltre verificare l'applicazione dell'ordinanza balneare del Comune di Roma, che quest'anno riguardava le delimitazioni delle concessioni. Nell’ordinanza si prevede che “le delimitazioni del confine laterale delle aree in concessione sull'arenile non possano avere altezza superiore a cm 90 e debbono, in ogni caso, essere interrotte prima dei 5 metri dalla battigia. Ma il provvedimento, come hanno potuto riscontrato, è disatteso.
“Non è cambiato nulla rispetto agli anni scorsi: tutto è palesemente in contrasto con l'ordinanza balneare ma il comune di Roma non fa nulla per farla rispettare”, afferma Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio: “il mare è ingabbiato, gli obblighi di pagamento per accedere all'arenile ci sono tutti mentre i muri arrivano fino al mare”. A differenza del resto del litorale italiano dove si cerca di puntare su qualità, paesaggio, mobilità sostenibile al Mare di Roma non cambia nulla.
Per due anni consecutivi Legambiente aveva assegnato la “bandiera nera” al “lungomuro” inaccessibile delle spiagge del Lido di Ostia. Ma anche quest'anno si ripete. C’è di tutto: dai cartelli di divieto a “consumare cibi propri” alle biglietterie per l'ingresso. Persino accessi per non paganti che non portano in riva la mare. L’associazione torna anche a denunciare il progetto di waterfront, un milione di metri cubi di nuovo cemento su molte aree libere, verdi, della seconda fascia oltre il mare.
“Non è nemmeno facile scavare tra le pieghe dei progetti, visto che non esiste alcun sito dove consultare le carte ma il cemento riguarda beauty farm, centri commerciali e ristoranti, alberghi, una mega discoteca ma anche 20 piste da bowling. Una nuova darsena sul canale dei Pescatori, il raddoppio del porto, centri sportivi, un impianto per il surf e naturalmente molta edilizia privata”, dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio. Come intervenire? Innanzi tutto liberando il lungomare dai muri e dal cemento e bloccando subito la variante urbanistica per il waterfront. “Ostia non è Dubai con le sue torri albergo, ma nemmeno Santa Monica, con le sue mega onde per il surf”, precisa.
Domani mattina, intanto, conferenza stampa e flash mob dei Verdi al pontile di Ostia, in piazzale dei Ravennati, alle ore 11.30, in occasione della presentazione dell’edizione del Manuale di autodifesa del bagnante. La guida continue utili e preziose informazioni per permettere ai cittadini di far valere i propri diritti. Nel corso dell’evento, al quale parteciperà Angelo Bonelli, presidente nazionale dei Verdi, si parlerà di “spiaggiopoli”.
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