Ostia, Minerva Pelti: “Un altro caso di leucemia infantile, vittima una bimba di 4 anni”
A denunciare il nuovo caso l’associazione Minerva Pelti onlus, che riunisce le famiglie dei bimbi che negli ultimi anni al Lido sono stati colpiti da questa patologia.
“Un nuovo caso che lascia atterriti perché purtroppo sembra confermare la preoccupante situazione che abbiamo più volte denunciato, e cioè che a Ostia i bambini tra 0 e 14 anni si ammalano di leucemia 4 volte di più rispetto alla media nazionale e che solo grazie alla riapertura delle indagini disposta dalla Procura della Repubblica di Roma, dopo il nostro esposto, può cominciare ad essere indagata, sia pure con un pesante ritardo”, spiegano all’associazione.
Secondo la onlus, sarebbe giunto il momento di indicare, con le necessarie cautele, quelle che riteniamo essere le possibili, e ribadiamo possibili, principali fonti di rischio presenti sul territorio. Si tratta di fonti che devono essere indagate da personale esperto e con i necessari strumenti per confermarne i livelli di pericolosità anche in relazione ai loro effetti sinergici e moltiplicatori, dovuti appunto alla loro azione congiunta. Purtroppo in questo ambito anche le attuali leggi sono carenti, in quanto spesso indicano limiti per una singola sostanza o singola fonte di emissione senza essere in grado di stabilire gli effetti e quindi i danni causati dalla loro azione congiunta.
Per Minerva Pelti, quello che verrebbe indicato in maniera tranquillizzante come limite di legge, spesso non è un limite adeguato per la tutela della salute, soprattutto quella dei più piccoli. Eppure nella giurisprudenza è invece chiaramente inquadrata l’associazione a delinquere che è una aggravante rispetto al compimento di un determinato fatto delittuoso; per la tutela della salute questo sembra essere sfuggito al legislatore nonostante la scienza lo abbia ormai dimostrato inequivocabilmente.
“Perché parliamo di effetti sinergici o addizionali o moltiplicatori? Perché su Ostia abbiamo verificato esserci molteplici possibili fonti di rischio, a cominciare da quei noti campi elettromagnetici a bassa frequenza generati dalle linee elettriche di media ed alta tensione che ancora, anacronisticamente, attraversano parte dell’abitato di Ostia passando tra l’altro vicino a scuole, abitazioni o sopra giardini pubblici”, spiegano alla onlus.
“I campi elettromagnetici a radiofrequenze dovuti alla straordinaria elevata presenza di stazioni radio-base per la telefonia mobile strutturate e potenziate per servire i picchi di utenti presenti durante tutto il periodo estivo e nei week-end, sul litorale. Si tratta di diverse centinaia di migliaia di persone che si aggiungono ai normali 85.000 residenti. Un esempio per tutti le installazioni sopra la Torre Acea che tante malattie hanno causato, così come denuncia da anni il locale comitato di quartiere”.
Altre possibili cause dell’insorgenza di queste patologie tumorali sarebbero, poi, secondo la onlus, le tonnellate di pesticidi che da anni vengono utilizzati nella vastissima area di produzione del “prato pronto” che si estende dal cimitero di Ostia Antica fino a dietro la pinetina di Procoio, per arrivare sino al Canale dei Pescatori, e ancora decine di ettari nell’entroterra del 13° municipio.
“E’ urgente in questo caso verificare la preoccupante ipotesi che i pesticidi utilizzati, finendo nelle falde acquifere sottostanti e nelle acque superficiali sversino il carico venefico in mare, che a sua volta restituisce i veleni per effetto dell'aerosol marino con impatto principalmente su tutto il litorale stesso di Ostia e la sua popolazione. E ancora strane presenze di livelli elevati di radiazioni ionizzanti sulle “nuove” massicciate frangiflutti poste nella zona di lungomare Duca degli Abruzzi e sull’uscita a mare del Canale dei Pescatori”.
Insomma, si tratterebbe di un cocktail di “nemici invisibili” che ha già attaccato quella che per tutti era, e dovrà tornare ad essere, una zona meravigliosa dove vivere a contatto con la natura e concepire e crescere i figli in un ambiente sano e accogliente.
“Attendiamo ora fiduciosi l’esito delle indagini della magistratura e, insieme alla Rete di associazioni che si sta raccogliendo intorno al fondamentale tema della tutela della salute, continueremo a vigilare e a promuovere la prevenzione primaria e quel principio di precauzione per troppo tempo calpestati in nome di logiche puramente economiche”, concludono, esprimendo piena vicinanza alla famiglia della bimba malata.
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