Ostia – Toscanelli occupato: sono usciti preside e professori. Faraday occupato. Carlo Urbano occupato. Anco Marzio occupato con professori e preside ancora dentro. Labriola occupato. Liceo Enriques occupato da mercoledì scorso. Toscanelli occupato.

E' iniziata una nuova settimana all’insegna della mobilitazione delle scuole di Ostia. Il ponte di Ognissanti non ha infatti fermato la protesta negli istituti del municipio XIII.

Dopo l'occupazione dell'isituto Enriques, anche gli altri licei hanno detto no al DDL Aprea ed ai tagli alla scuola pubblica occupando: "L’occupazione proseguirà ad oltranza, abbiamo fatto una colletta per comprare cibo ed acqua” ha spiegato il rappresentante d'istituto.


Ma da parte delle famiglie e di associazioni, come la Ciurma, dilaga un grido di protesta contro l'occupazione delle scuole: "Sono molte le famiglie preoccupatissime per le occupazioni di stabili pubblici messe in atto dai ragazzi. Ci giungono alcune lettere e ne riportiamo frammenti che vanno a sintetizzarle. Alcuni riferiscono che al momento dell'occupazione di un Istituto i cancelli siano stati addirittura chiusi con i lucchetti con gli alunni ancora dentro e per il panico alcuni di essi si siano addirittura calati dalle finestre del pian terreno", spiega in un comunicato l'associazione la Ciurma, che prosegue riportando le parole di alcuni genitori degli alunni delle scuole occupate, preoccupati, per la sorte dei loro figli.

Ecco la lettera di una mamma: "Capisco che gli studenti debbano dire la loro sulla scuola ma impedire il regolare svolgimento delle lezioni non credo sia il mezzo efficace per raggiungere il risultato. Purtroppo non si rendono conto che il tempo passa inesorabilmente e che quando torneranno in classe il programma dovrà essere svolto tutto e comunque. Credo che noi genitori dobbiamo appoggiare i nostri figli se lo riteniamo giusto ma dobbiamo fargli capire che facendo la protesta con tali modalità ci rimettono solo loro. Potrebbero limitare le occupazioni alle ore pomeridiane e durante la mattinata svolgere regolarmente le lezioni".

A rispondere alle critiche i ragazzi del liceo Enriques: "E' incredibile come l'associazione Apei, invece di interrogarsi sulle motivazioni degli studenti e delle studentesse, passi il tempo nel gettare fango sulle mobilitazioni.

Immaginiamo siano d'accordo con i tagli alla scuola, visto che Stefano Di Tomassi ha speso parole per parlare di un luogo dove non si è neanche presentato, piuttosto che prendere una posizione politica sulle misure di austerity del governo Monti. E' superficiale e violento l'atteggiamento di chi scrive sentenze senza conoscere i fatti. Un bel insegnamento non degno di un pedagogista.

Inoltre rigettiamo la visione di chi vuole isolare noi studenti dal contesto territoriale. Molti adulti e studenti universitari in questi giorni hanno sostenuto la nostra vertenza, compresi i nostri genitori che hanno portato cibo e caffè durante l'occupazione. Nonostante questo ribadiamo che la nostra è stata una scelta autonoma e indipendente, che non verrà condizionata da nessuna realtà territoriale, compreso quelle realtà amiche.

Concludiamo dicendo che il dissenso trova giusta legittimazione laddove l'esercizio del potere persegue interessi diversi da quelli del bene comune. In Italia stanno cancellando i diritti di una generazione ed è per questo che la gioventù Lidense è in rivolta. Come direbbe il filosofo Spinoza "Se bisogna chiamare pace la schiavitù, la barbarie, la solitudine, niente è più misero per gli uomini che la pace".