Ostia, “Le imposte sul turismo? Trasformiamole in opportunità”
Ostia - “Le imposte sul turismo? Trasformiamole in opportunità”. E’ questo il titolo del convegno indetto da Asshotel Confesercenti che si svolgerà domani, alle ore 10, presso la Sala Pietro da Cortona ai Musei capitolini.
Nell’occasione Asshotel Confesercenti ribadirà con decisione il proprio no al contributo di soggiorno ed a qualsivoglia imposta di soggiorno, nonché a tutte le tasse che potrebbero nascere in futuro nel settore del turismo. Per l’associazione, sia il turismo sia il commercio in generale non si incentivano né si valorizzano mettendo balzelli o gabelle medievali. E se qualcuno ribadisce che in altri paesi questo sistema viene applicato, Asshotel risponde che gli altri paesi non sono l’Italia. Interessate dalle imposte le strutture ricettive del litorale romano, da Ostia a Fiumicino.
“Ormai”, spiega Valter Giammaria, presidente Confesercenti Roma, “l’invenzione prima del contributo di soggiorno a Roma, poi dell’imposta di soggiorno in tutto il resto del paese, seppure a discrezione dei comuni, viene applicata un po’ dappertutto. E’ giunto così il momento di fare chiarezza e di interrogarsi sulla sua funzione e sulle sue reali opportunità di rilancio per il comparto”. C’è da chiedersi, insomma, se non sia soltanto un “mero strumento per appianare i debiti delle amministrazioni”. Pur essendo contrari, tutti gli operatori sarebbero costretti a “digerirla”.
Nel corso del meeting sarà valutata la possibilità di rivedere la legge n. 23 del 14 /03/02012 andando a modificare alcuni punti, tra cui l’art. 4 relativo all’imposta per il turismo. I partecipanti analizzeranno l’eventualità di stabilire a priori come i soldi, tutti o una precisa percentuale, provenienti dal “balzello” possano essere investiti nel settore. Al momento quelle di Asshotel Confesercenti sono solo ipotesi che però potrebbero trovare concretezza con la costruzione di un dialogo serio tra operatori, amministratori locali e politica. Oppure si potrebbero addirittura trovare altre forme di finanziamento, abbandonando questa strada e
intraprendendone delle nuove.
Altro punto all’ordine dei lavori sarà l’analisi dei servizi al turismo: quali sono? Come potenziarli e crearne di nuovi? E con questo si intendono i grandi flussi turistici che nei prossimi anni invaderanno l’Europa, compreso il nostro paese, da Cina, India, Brasile, tutte
economie in via di sviluppo. “Siamo pronti ad accoglierli? Forse ci sarebbe bisogno di un investimento nel campo della formazione. Una formazione diretta al personale di tutto il comparto del turismo, che spesso conosce a malapena l’inglese o addirittura e regole delle ristorazione. Vogliamo che lo stato, attraverso i comuni, con questo strumento attuato ed impostoci, obblighi ad investire in maniera precisa ed oculata nei territori per far sì che il turista non rimanga cinque notti in ogni posto d’Italia, ne basterebbero due, purché torni cento volte a visitare il nostro paese”. All’incontro interverranno i vertici dell’associazione e le istituzioni politiche di comune, provincia, senato.
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