Ostia – Flash mob dei cittadini contro le mafie a Ostia. L’iniziativa, alla quale aderisce ‘Luna nuova’, è stata organizzata da “I cittadini contro le mafie e la corruzione” insieme ai comitati del municipio X per sabato 21 settembre a piazza Anco Marzio, dalle ore 18 alle 18.30. 


Saranno letti un brano tratto da un libro sul giudice Giovanni Falcone, frasi del giudice Paolo Borsellino e parte dell’ inchiesta dal titolo “Ostia assediata dai Clan. Ma sulla mafia cala l’omertà’, dei giornalisti di ‘La Repubblica’ Federica Angeli e Carlo Bonini”. L’obiettivo è quello di richiamare l’attenzione sul pericolo rappresentato dalle contaminazioni mafiose del territorio romano. Luna Nuova aderisce all’iniziativa promossa da 'I Cittadini contro le mafie e la corruzione', a cui parteciperanno anche giornalisti. Il 26 luglio scorso nel corso della maxi operazione ‘Alba nuova’ che ha portato all’arresto di 51 affiliati ai clan mafiosi dei Triassi, D’Agati e Fasciani, per la prima volta a Roma, è stato contestato il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso (art. 416-bis c.p.), ma già 10 anni fa lo si sarebbe potuto fare. Qualcuno però bloccò l'indagine. Dinanzi al perpetrarsi del silenzio assordante da parte della classe politica anche di fronte a notizie molto gravi riportate su La Repubblica (link http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/09/13/news/porto_di_ostia_un_documento_falso_per_un_finanziamento_da_100_milioni-66416323/ ) e su Notte Criminale (link http://www.nottecriminale.it/esclusiva-ostia-connection-la-corleone-del-litorale.html) nei giorni scorsi, l’appello di Luna Nuova mostra ‘tutta la sua urgenza, perché quanto sta emergendo con le inchieste e le indagini non è solo una questione che attiene al giudizio degli organi inquirenti preposti a indagare e ad accertare un sistema e un potere criminoso’. Secondo l’associazione, quello che sta emergendo è un sistema che ha visto e vede relazioni più complesse e articolate dove parti delle istituzioni, delle forze politiche e di molti dei loro rappresentanti non potevano non sapere. “Se si è potuto esercitare un controllo così profondo sulle risorse, sui beni, condizionando e influenzando le scelte e lo stesso sviluppo di un territorio è grazie all’ inerzia, alle complicità e alle connivenze di un intero sistema di potere e nessuno, al di là delle responsabilità penali che potranno emergere dalle indagini, è immune da quel “giudizio politico” che appartiene ad ogni donna e ad ogni uomo in modo indipendente e libero”, spiegano. L’appello di Luna Nuova  rappresenta la posizione di 386 cittadini che lo hanno sottoscritto fino ad oggi. Sarà possibile aderire all’appello anche durante il flash mob del 21 settembre, o tutti i giorni al seguente link (https://www.facebook.com/pages/Luna-Nuova/398246343608407?fref=ts) o presso Approdo alla Lettura sul Pontile di Ostia. Per ulteriori informazioni: info@icittadini.it e ostia416bis@libero.it.


L'APPELLO

"E’ un'ipocrisia stupirsi in merito a quanto sta affiorando dalle inchieste sull'associazione di carattere mafioso (art. 416-bis c.p.) e sul potere che ha esercitato nel "controllo del territorio" romano, ed in particolare sulla gestione delle Risorse pubbliche sul Litorale, con le sue spiagge, ma non solo. E’ irresponsabile sostenere che l’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) “restituisce normalità al nostro Litorale” ed “è ora di passare al ‘fare’ in nome dello sviluppo e della crisi”. Certamente spetta agli organi inquirenti far luce sulle responsabilità penali e civili, sui legami, sulle complicità e sulle connivenze che hanno permesso che ciò si realizzasse, ma questo non può e non deve eludere un’approfondita riflessione, un'analisi delle cause, delle ragioni di fondo che le hanno determinate e dei processi che muovono, e che veda impegnati e partecipi coloro che vogliono far luce sulle pesanti responsabilità politiche e amministrative che nel corso di questi anni hanno permesso tutto ciò, favorendo interessi leciti e non, ma soprattutto, permettendo che un Patrimonio, un Bene e delle Risorse Pubbliche finissero ostaggio di interessi, non solo criminali, ma di pochi, spesso i “soliti noti”. Qualcuno deve spiegare ‘chi’ non ha voluto contestare il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso (art. 416-bis c.p.) e ‘perché’ ha preferito bloccare le indagini dei sette poliziotti di Polaria e Mobile (La Repubblica, di Federica Angeli, 28/07/2013 - LINK http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/08/02/news/il_business_e_le_coperture_dei_clan_quell_indagine_bloccata_10_anni_fa-64174367/ ).
Rischia, quindi, d'essere complice e omertoso il silenzio di queste settimane da parte delle Amministrazioni locali – Municipio, Comune, Regione - e della “ classe politica”.
Se le Istituzioni non sono indipendenti dagli interessi privatistici e dalle pressioni malavitose, la politica viene svuotata del suo ruolo di rappresentanza e rappresentatività. Il grado di omertà politica si misura anche nel progressivo occultamento dei luoghi decisionali, dalla cancellazione della partecipazione attiva della cittadinanza, nella non definizione e/o nel mancato rispetto di un “ sistema di regole”, dalla mancata trasparenza nei procedimenti amministrativi di assegnazione di Bandi e Concessioni. Prima del “fare”, bisogna garantire che quel “fare” sia libero da ogni legame con i professionisti della mafia e dell’antimafia di facciata. Non è più tollerabile rimandare il confronto sui temi della lotta alle mafie, i diritti e gli strumenti legislativi, la questione deontologica e morale. Le mafie controllano il Litorale anche della Capitale d’Italia. Non sono solo delle infiltrazioni, ma “signorie territoriali”, che dominano, saccheggiano, inquinano e deturpano il territorio, condizionando i fatti economici, i rapporti e il sistema delle relazioni umane e sociali. Le mafie sul Litorale romano ci sono perché il contesto politico/imprenditoriale/sociale è ospitale al loro insediamento e al loro sviluppo. Combatterla significa sviluppare un’azione seria e coerente a livello istituzionale che spezzi il legame tra mafia, mala politica e Istituzioni tutte.

E' necessario dunque ridefinire uno spazio pubblico di confronto e di discussione. Per questa ragione, poiché le indagini della DDA hanno portato alla luce legami criminali tra enti, istituzioni e mafie, chiediamo con forza la SOSPENSIONE de:

1. Il raddoppio del Porto di Roma costo 80 milioni di euro
2. La sostituzione del Ponte 2 Giugno a Fiumicino con un “sottopasso”, costo di 35 milioni di euro
3. I decreti attuativi del Distretto Turistico Balneare a burocrazia zero

affinché non si ripetano interventi come quelli attuati negli ultimi 10 anni sul territorio, con conseguenze devastanti per il suo sviluppo e la sua crescita economica, sociale e culturale, e che hanno consentito il radicamento della criminalità organizzata di stampo mafioso.

"La mafia uccide, il silenzio pure" (P. Impastato)".