Ostia - Dopo l’allarme lanciato lunedì mattina da Clorinda Chiaraluce, titolare dello storico stabilimento Urbinati di lungomare Paolo Toscanelli, per l’enorme “marea nera” ed oleosa che aveva invaso le spiagge del litorale di ponente, oggi la situazione è tornata alla normalità. Ed il mare è tornato limpido e pulito grazie alle correnti soggette ai venti di maestrale. Ma sugli arenili di Ostia, nel tratto lungo un paio di chilometri che arriva sino al canale dei Pescatori, laddove i gestori degli impianti non hanno ancora provveduto alla pulizia, sono rimasti i “segni”. Ossia detriti formati da alghe rossicce, anche se quello che maggior inquieta è la presenza di veri e propri “grumi” di una sostanza appiccicosa, molto simile al catrame.
Su questa sostanza, e sulle acque, ieri mattina e ieri pomeriggio i tecnici del Nucleo emergenza ambiente dell’Arpa e gli agenti della Polizia municipale di Roma Capitale, allertati dalla Capitaneria di porto, hanno effettuato una serie di prelievi. I risultati, che permetteranno di fare chiarezza sulla reale natura della sostanza, saranno resi noti soltanto tra qualche giorno. Ma intanto la preoccupazione resta. Così come restano da ripulire tutte le spiagge, sia quelle libere sia quelle gestite dai balneari.
Secondo quanto riferito da un ufficiale della Polizia municipale che ieri ha segnalato, come da prassi, l’accaduto all’Ufficio ambiente e litorale del municipio XIII, sarebbe spettato a questo organismo intervenire oggi per la bonifica. Ma i quattro tecnici dell’Uoal municipale che stamattina hanno effettuato il sopralluogo in diversi stabilimenti del litorale lidense hanno “soltanto” raccomandato ai gestori di raccogliere i detriti negli appositi sacchi neri della Nettezza urbana per i rifiuti speciali. E di conservarli, senza gettarli come rifiuti comuni. Li hanno quindi invitati a chiamare l’Ama per il loro ritiro e smaltimento.
All’Urbinati hanno raccolto due sacchetti di questi rifiuti. Altri allo stabilimento Salus di Federico Lanza cui, pure, è stato chiesto di provvedere personalmente alla pulizia dell’area. Eppure, è o non è di competenza del comune di Roma la bonifica degli arenili? Ma se la sostanza fosse tossica è giusto esporre i titolari al rischio di un eventuale contatto? E’ lecito che corrano pericoli per la propria salute proprio in virtù del fatto che l’Arpa ha ritenuto necessario sottoporre ad accurate analisi questi detriti? Perché, infine, i tecnici dell’Ufficio ambiente hanno ritenuto opportuno “consigliare”, evidentemente a scopo cautelativo, i gestori a conservarli in sacchi specifici fino al loro smaltimento? Chi pulirà, infine, le spiagge libere?
Dopo aver raccolto le testimonianze dei gestori, abbiamo interpellato l’assessore all’ambiente del XIII, Giancarlo Innocenzi, ed il presidente della commissione ambiente, Carmine Stornaiuolo. Entrambi, pur dichiarando di non essere a conoscenza di quanto avvenuto, hanno affermato che si sarebbero informati e avviato, per quanto di loro competenza, il necessario iter procedurale.
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