Ostia, balneari: grande partecipazione allo “sciopero dell’ombrellone”
Ostia – Ombrelloni e lettini chiusi per tre ore per protesta. Insolito lo scenario che si è offerto questa mattina ai bagnanti che hanno raggiunto gli stabilimenti di Ostia e dei litorali quando alle otto non hanno trovato spiaggini e personale pronti ad offrire i consueti servizi di spiaggia.
Motivo? Lo “sciopero dell’ombrellone”, ossia la singolare forma di protesta attuata dai balneari per protesta contro la messa all’asta delle concessioni demaniali a partire dal prossimo 1 gennaio 2016.
Alla manifestazione hanno aderito in maniera massiccia le quattro principali associazioni di categoria: Sib – Confcommercio, Fiba – Confesercenti, Cna – Balneatori e Assobalneari Italia – Confindustria. La stragrande maggioranza dei 30.000 stabilimenti italiani ha chiuso gli ombrelloni fino alle ore 11. Circa 2mila nel Lazio e 800 nel litorale romano.
Ma non solo l’Italia balneare ha risposto positivamente e partecipato attivamente. Anche molti clienti sono stati solidali con la categoria, condividendo preoccupazioni e ribadendo la necessità che non si vada in nessun modo a stravolgere un modello di accoglienza "personalizzata" molto apprezzato, che tutto il mondo ci invidia.
Gli imprenditori hanno voluto segnalare con forza al governo la necessità di riprendere al più presto il dialogo con Regioni, Province e Comuni, fermo dal febbraio scorso, per trovare le soluzioni che permettano alle imprese italiane di non andare all’asta.
Ma questa estate in spiaggia gli animi resteranno agitati e le temperature ancora molto calde in quanto le imprese rimarranno in stato di agitazione e localmente saranno assunte le iniziative più disparate: dal tuffo collettivo alle bandiere a mezz’asta.
I balneari si auguranoche non siano necessarie altre manifestazioni in quanto il segnale che stamattina è stato dato è chiaro. Questo è il primo passo ed i balneari sono pronti a tutto per difendere il proprio lavoro, il futuro delle imprese e delle famiglie e, con esse, salvaguardare questo sistema tipicamente italiano che da oltre un secolo traina il turismo del Paese. I servizi di spiaggia sono infatti il nostro fiore all’occhiello, il vanto nazionale e andrebbero incentivati piuttosto che penalizzati, potrebbero così fornire un valido contributo per uscire da questa grave crisi economica.
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