Ostia – I varchi pubblici di accesso al mare devono restare aperti. Il Consiglio di Stato, in due distinte ordinanze, ha respinto l’istanza cautelare presentata da due operatori balneari che si erano appellati contro il provvedimento predisposto dal Campidoglio, che impone la rimozione dei cancelli che ostruiscono l’accesso libero alla spiaggia. “Finalmente a Ostia si scrive la parola fine su questa vicenda, riconoscendo, una volta per tutte, la legittimità dell’azione di questa amministrazione per il ripristino della legalità e del pubblico interesse”, dichiara il sindaco di Roma Ignazio Marino, commentando la decisione del Consiglio di Stato.


“Oggi è un giorno importante per tutti noi perché il Consiglio di Stato ha respinto i ricorsi dei due impianti che si erano appellati al Tar contro il provvedimento di apertura degli accessi, disposto da Roma Capitale. Ora gli stabilimenti Marechiaro e Rotonda, soccombenti in giudizio, non solo dovranno ripristinare nuovi accessi al mare, ma anche pagare le spese processuali”, spiega il sindaco. “E’ una vittoria che questa amministrazione vuole condividere con tutti i cittadini di Roma, e in particolare del X Municipio, e che ci induce a perseguire con la stessa determinazione l’opera di trasparenza intrapresa. Desidero ringraziare quanti hanno contribuito a questo risultato epocale, a partire dall’Avvocatura capitolina, Rodolfo Murra e da Alfonso Sabella, che ho delegato ad amministrare il municipio, fino a tutti i dirigenti e i dipendenti che stanno impegnandosi con professionalità e dedizione per riconsegnare alla città una nuova Ostia”.


I giudici amministrativi hanno scritto che “costituisce clausola necessaria del provvedimento concessorio l’obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l’area ricompresa nella concessione, anche al fine di balneazione”. L’ordinanza ricorda inoltre che “le norme del vigente Piano di utilizzazione degli arenili di Roma Capitale, prevedono che dovrà essere lasciato libero sul confine fra due concessioni un corridoio di non meno di 2 metri per permettere l’accesso libero”. I due soggetti ricorrenti sono stati condannati a versare 3.000 euro ciascuno al Campidoglio per le spese sostenute nella fase cautelare.