Ostia – In occasione della XII Giornata mondiale contro il cancro infantile 2014 l’associazione Minerva Pelti onlus di Ostia propone delle riflessioni che di seguito pubblichiamo:

 

“Da una parte il grido violento di Daniel, un padre disperato ma lucido, che ha perso il proprio bambino di 4 anni da pochi giorni a causa di un neuroblastoma. Abita nella zona di Recanati dove altri bambini si sono ammalati dello stesso tipo di tumore nel giro di poco più di un anno e altri ne sono morti. Daniel dice: “Mi sento arrabbiato e deluso anche contro quei cittadini che non si rendono conto di come le loro abitudini malsane influenzino tanto negativamente l'ambiente nel quale viviamo e non hanno la consapevolezza di avere colpa per la morte dei nostri figli e che resteranno così miopi fino a che non toccherà ai loro di figli augurandomi, senza sensi di colpa, che succeda prima a loro però”.

Dall’altra scienziati di fama mondiale dei quali il Lancet, prestigiosa rivista scientifica internazionale, a dicembre 2013 pubblica i lori “nuovi” pensieri su: “. Ripensare la guerra al cancro di Hanahan D: ”Circa 40 anni fa, è stata introdotta una metafora sul cancro che, essendo un avversario tanto insidioso, era giustificata una dichiarazione di guerra a questa malattia. …nonostante i progressi straordinari nella nostra comprensione della patogenesi della malattia, nella maggior parte dei casi e per la maggior parte delle forme di cancro non è stata vinta questa guerra.

Una seconda metafora era su dei proiettili magici per terapie mirate, basate sulla conoscenza dei meccanismi che avrebbero colpito, con conseguenze devastanti per la malattia.  La realtà, tuttavia, è che le terapie mirate non sono generalmente risolutive e neanche durevolmente efficaci, … Penso che, proprio come nelle guerre moderne, la guerra al cancro abbia bisogno di una nuova visione del campo di battaglia”.  E ancora, sempre su Lancet di Dic 2013, un articolo del Prof. Vineis  e del Prof. Wild dal titolo: “Modelli globali del cancro : cause e prevenzione” gli stessi autori affermano tra l’altro che: “la prevenzione primaria è un modo particolarmente efficace per combattere il cancro, e che tra un terzo e la metà dei tumori potrebbe essere prevenuto, sulla base delle attuali conoscenze dei fattori di rischio . La prevenzione primaria ha inoltre diversi vantaggi: avrebbe benefici anche per le persone diverse da quelle direttamente interessate dal tumore, infatti evitare l'esposizione ad agenti cancerogeni è in grado di prevenire altre malattie … La prevenzione primaria deve quindi essere la priorità e divenire parte integrante del controllo globale del cancro”.

Due mondi estremamente distanti tra loro ma che hanno entrambi compreso, chi sulla propria pelle e chi attraverso la propria esperienza professionale, come sia necessario affrontare la guerra al cancro con un cambiamento radicale della cultura civile e dell’impostazione scientifica.  Daniel invoca una rivoluzione culturale della società civile, a cominciare dai singoli cittadini e lavoratori che non possono e non devono più celarsi dietro al non sapevo, non pensavo, ho fatto solo il mio lavoro, sono anni che faccio così, tanto ormai è tutto inquinato, e così via in un crescendo di luoghi comuni che ci hanno reso tutti complici e hanno avvelenato la nostra vita, ma soprattutto quella dei nostri bambini che avrebbero avuto il diritto di trovare alla loro nascita un ambiente salubre e non intossicato e soggiogato alle sole logiche del massimo profitto".