Ostia - La Missione Associazione pedagogisti educatori italiani Roma 13°, gruppo che raccoglie nel territorio diverse competenze socio-pedagogiche (educatori, operatori sociali, aec, mediatori, genitori e persone speciali, mestieri in rete pedagogica all'interno di un Registro socio pedagogico privato), apre a sindacati e comitati di quartiere per strutturarsi più capillarmente "a garanzia - dice uno dei responsabili, Stefano Di Tomassi - degli utenti e dei nostri soci lavoratori o in ricerca di lavoro".

 

 

"Desideriamo accrescere le nostre relazioni con i rappresentanti del mondo dei lavoratori presenti a Ostia per portare le nostre professionalità direttamente a contatto con il mondo del lavoro senza passare necessariamente per intermediari, imprenditori e consigli di amministrazione" .

 

Il primo incontro è stato con la Uil. Tema la Riforma assistenziale capitolina.

 

  Dal 1 marzo tutti i cittadini residenti a Roma potranno usufruire delle nuove modalità di erogazione dei servizi previsti dal nuovo sistema di assistenza domiciliare che, dopo la fase sperimentale in quattro municipi, si estenderà all’intero territorio capitolino.

 

 

Dopo un percorso di analisi dei dati della sperimentazione avviato dall’assessorato alle politiche sociali di roma capitale con i municipi, le organizzazioni di rappresentanza degli utenti, le centrali cooperative, gli altri enti erogatori dei servizi e le organizzazioni sindacali.

 

“Con la premessa che il tema delle risorse è una questione ben più alta della mera messa a disposizione di denaro e che riguarda la concreta attuazione della legge 328 del 2000 che dovrebbe dare certezza di esigibilità ad un livello di assistenza sociale e che questo tema ha trovato la sordità di tutti i governi che si sono succeduti dal 2000 ad oggi, oggi ci troviamo di fronte ad una riforma, deliberata con la DG 355 del 2012 che definisce  procedure e azioni omogenee su tutta la città”, spiega Stefano Di Tomassi.

 

Si tratta di una analisi puntuale del bisogno, con una scheda che per la prima volta valorizza l’inclusione sociale e analizza le problematiche legate alla salute mentale, budget individuale, codifica di una molteplicità di interventi tra i quali l’assistenza indiretta e la mista, la tracciabilità dei percorsi di assistenza, la trasportabilità da un municipio all’altro, sono innovazioni di natura strategica che sono state raggiunte grazie ad un livello di puntualità del dibattito cittadino, durato due anni. 

 

 

 Nei prossimi anni le risorse verranno distribuite ai comuni sulla base della programmabilità e controllabilità della spesa che è proprio uno degli obiettivi principali della riforma.

La riforma, i cui principi sono contenuti nel nuovo Piano regolatore sociale approvato dalla Giunta capitolina il 12 ottobre 2011, consentirà di raggiungere obiettivi quali l’abbattimento delle liste d’attesa grazie alle risorse ottenute attraverso la riorganizzazione del sistema nella direzione di una maggiore efficienza; una maggiore equità sociale attraverso l’introduzione del ‘bisogno’ come unico misuratore degli interventi; procedure omogenee di presa in carico degli assistiti.

 

 

Insomma, una molteplicità di interventi tagliati ‘su misura’ con introduzione di costi standard per il controllo e la programmabilità della spesa; valorizzazione della qualità del lavoro dei municipi; riconoscimento del lavoro del terzo settore; sistema di controllo qualitativo con tracciabilità degli interventi.

 

 “Nota dolente: al momento il tutto previsto a iso risorse. Comunque dalla conferenza unificata delle regioni arriva una buona notizia. Sono state approvate le ripartizioni dei fondi nazionali politiche sociali e non autosufficienza. Per quest’ultimo sono previsti per Roma 5 milioni di euro che da informazioni attendibili dovrebbero essere ripartiti 3 milioni per l’assistenza domiciliare e 2 per aec”, sottolinea il rappresentante di Apei 13°.

 

Ecco alcuni dati forniti dall’Amministrazione capitolina.

Impegno di  70 milioni di euro l’anno per assistere 9.400 cittadini così suddivisi: 22 milioni per l’assistenza domiciliare di 4.200 anziani e 44 milioni per 4.500 persone con disabilità, 4 milioni per 700 minori.

 

La spesa media annua è di 9.750 euro pro capite per i disabili (SAISH), 5.250 per gli anziani (SAISA) e 5.700 per i minori (SISMIF), con una lista d’attesa di 5800 utenti (1.800 per il SAISH, 3.900 per il SAISA e 100 per il SISMIF). Tuttavia, a fronte dello stesso bisogno, erano diverse le risposte date nei municipi capitolini.

 

 

A fronte di una spesa media per il SAISH di 9.750 euro, infatti, un Municipio spendeva mediamente 16mila euro a persona, mentre un altro ne spendeva 6 mila. Lo stesso accadeva per il SAISA: la spesa media era di 5250 euro, ma oscilla sensibilmente tra un Municipio (9.500 euro) ed un altro (2.800).

La riforma prevede, inoltre, l’introduzione dell’ “assistenza famiglia”, ovvero interventi per 2 o più anziani o disabili conviventi e attività di gruppo. La qualità del servizio sarà garantita dalla formazione continua degli operatori, consentita grazie ai riconoscimenti contrattuali per il terzo settore.

Da segnalare ancora due importanti novità: la “tracciabilità” del Piano di Intervento e la “trasportabilità” del sistema di interventi previsti per gli assistiti da un Municipio all’altro.

La tracciabilità avviene attraverso un sistema informatico di controllo utilizzato dall’operatore, dall’utente (o dal proprio familiare di riferimento) e dal responsabile municipale del Piano: attraverso un sistema di controllo di accessi e garanzia di riservatezza del dato, viene generato per ogni utente un file che di volta in volta registra le informazioni riguardanti il piano di intervento.

 

Questo sistema garantisce una facile “trasportabilità” del piano di intervento da un municipio all’altro semplicemente trasferendo le autorizzazioni di accesso nel municipio di destinazione (con un nulla osta amministrativo).

 

 

Un’ ultima annotazione sul tema complessivo delle risorse dati forniti dall’amministrazione: nel 2007 il Comune di Roma, su 6,5 miliardi di spesa corrente, spendeva 240 milioni sulle politiche sociali (il 3,7%); nel 2009, su 4,5 miliardi di spesa corrente, si spendevano 280 milioni (il 6,2%); nel 2012, su 2,8 ,miliardi di spesa corrente, si sono spesi 330 milioni sulle politiche sociali (l’11,8%). Ora, sia in termini assoluti che soprattutto in termini percentuali, quello che è successo è evidente e dimostra una assoluta priorità che questa amministrazione ha avuto nei riguardi della spesa sociale in un momento storico nel quale alcuni comuni, anche importanti, hanno chiuso i servizi sociali essenziali.

 

“Le novità fanno paura ma non si creano comunque con i comunicati al chiuso delle stanze ma a testa alta, in mezzo alla gente, e con le carte alla mano”, conclude Di Tomassi.

Per accedere al Gruppo Missione Apei Roma 13° occorre contattare l'educatrice professionale Paola Sfondrini al 3384455627 o 3475792116.