"Noi dobbiamo fare un’operazione di carattere culturale, a Ostia per troppo tempo si è dato per scontato che tutto quello che succedeva era normale, dobbiamo rieducare un po’ tutti alla normalità, ogni cittadino deve avere l’opportunità di arrivare al mare senza pagare nulla. Sarebbe sicuramente bello e lavoreremo per organizzare il tuffo della legalità a Ostia con Totti e Felipe Anderson". E' quanto annunciato dal vicesindaco di Roma Luigi Nieri questa mattina in radio a seguito di un sms ricevuto da un ascoltatore che ha suggerito di invitare i due calciatori per fargli fare un simbolico «tuffo della legalità» nel mare di Roma dopo le operazioni di apertura dei varchi e l'abbattimento dei chioschi abusivi cominciate dalle ruspe della legalità martedì. "Questa primavera è iniziata nel migliore dei modi, la parte “sana” di Ostia merita la massima attenzione, continueremo a lavorare per portare la legalità sul nostro litorale".


Ieri sono proseguiti i lavori di demolizione degli ampliamenti abusivi del chiosco 'Paradise beach', al 1° Cancello della spiaggia libera di Castel Porziano. Ruspe ferme al 6° cancello era stata abbattuta completamente la parte della struttura fronte mare per una sospensiva del Consiglio di Stato. Il Consiglio di Stato ha, poi, concesso una proroga alla sospensiva per gli abbattimenti dei manufatti abusivi al gestore del quarto Cancello di Castelporziano fino al 16 giugno.


Sul piede di guerra i gestori degli stabilimenti che presenteranno istanza di sospensiva e di risarcimento danni.  “Sono arrivati senza alcun preavviso e siamo stati ingiustamente lasciati fuori dai cancelli della spiaggia impedendoci di accedere alle nostre attività che sono quindi rimaste chiuse”, così, all’indomani della demolizione di alcune delle cubature dei chioschi sul litorale di Castelporziano, commenta il presidente del Consorzio Castelporziano ’98 Roberto Giordani. 


“Quando le ruspe sono state fermate, grazie all’emissione della sospensiva riguardante il chiosco in questione, infatti, parte della struttura in legno, sempre con riferimento al sesto cancello, era ormai stata abbattuta”, racconta Giordani - afferma Roberto Giordani -. In relazione alla messa in atto della demolizione, fanno notare i gestori dei chioschi e riferisce il presidente del Consorzio, l’intervento è stato svolto senza che il Giudice Amministrativo si fosse definitivamente pronunciato per tutti gli interessati riguardo alla richiesta di sospensione degli ordini di abbattimento, tutti impugnati, di cui Roma Capitale era a conoscenza; infatti tre chioschi avevano ottenuto il provvedimento di sospensiva alcuni giorni fa e gli altri erano in attesa dell'adozione di medesimi provvedimenti, di cui uno arrivato nel primo pomeriggio di ieri. Sono stati messi quindi in esecuzione i suddetti  ordini di abbattimento comunali, senza attendere tutti i gradi di giudizio e che hanno riguardato parti adibite ai servizi e alla ristorazione”. “Secondo la sentenza del 1998 del Tribunale Penale  – spiega Roberto Giordani -, alcune delle questioni oggetto del contenzioso, hanno ottenuto l’assoluzione perché in virtù della complessa vicenda amministrativa il fatto non costituiva reato. Un’ulteriore sentenza di assoluzione è arrivata anche nel 2007, perché non esisteva reato di abuso edilizio”. "La ruspa della legalità si è abbattuta - vogliono chiarire i gestori dei chioschi -, su una situazione che ad oggi non è stata definita illegale da tutti i gradi di giudizio. Il contenzioso, infatti, sarà se necessario posto al vaglio dell’ultimo parere della Corte di Giustizia Europea; infatti i giudici del Consiglio di Stato non si sono pronunciati in via definitiva". 


"Fino ad ora – fa presente Giordani - la presunta situazione di illegalità è stata esercitata in correttezza dai gestori e con il benestare dell'Amministrazione Capitolina, visto l'accordo stipulato nell'agosto 2002 con il Consorzio Castelporziano '98”. I chioschi principali, realizzati dal Comune in seguito alla convenzione con la Presidenza della Repubblica del 1965, sono stati ceduti nel 1990 ai 5 gestori/consorziati  e sono stati oggetto, in seguito all'accordo citato, di un progetto teso ad ammodernarli, riqualificando gli ampliamenti nelle aree dei chioschi.  Riqualificazione per la quale, riferisce il presidente Giordani: “il Consorzio aveva proposto un progetto depositato agli atti del Comune dal 2007, sul quale ancora non è stato emesso parere. Sorprendentemente  il  X Municipio nel 2014 ha poi inviato gli ordini di abbattimento”. La richiesta del Consorzio Castelporziano ’98 è dunque quella di un colloquio, già tentato nei mesi addietro, con i responsabili al litorale romano nonché con il Sindaco di Roma, attualmente a capo del X Municipio in seguito alla dimissionaria amministrazione Tassone.Il legale del Consorzio avv. Emilia Pernisco fa presente tuttavia che sussistono ragioni di diritto per portare avanti la battaglia legale. Il parco naturale di Castelporziano è aperto tutto l’anno e nei mesi tra ottobre e aprile dalle 9 alle 17 – periodo in cui i bagni sono chiusi e i servizi presso i fabbricati retrodunali inattivi – sono i punti-ristoro ad assicurare i servizi igienici e la possibilità di spogliatoio ai visitatori. Servizi che, vista la maggiore affluenza, necessitavano di un adeguamento per assicurare maggiori aree di ombra e zone di ristoro e di sosta ad accessi gratuiti e liberi per romani e turisti. In carenza di tali aree la sosta dei frequentatori di Castelporziano risulterebbe compromessa.


A tal proposito si è espresso anche Casapound Italia: "Siamo di fronte ad una messa in scena e a pagarne le conseguenze non possono essere i  cittadini. Se ci saranno risarcimenti da pagare devono essere Marino e il Partito Democratico a farlo. Utilizzassero i soldi dei rimborsi elettorali". Così in una nota CasaPound Italia commenta gli sviluppi della demolizione dei chioschi di Castelporziano, sulle spiagge di Ostia di qualche giorno fa. "Il Consiglio di Stato - continua CasaPound - ha concesso una proroga alla sospensiva dei manufatti abusivi al gestore del quarto cancello delle spiagge di Ostia. Questo vuol dire che nessuno può o poteva demolire i chioschi, nemmeno al sesto cancello dove il sindaco Marino ha portato le ruspe nei giorni scorsi, e che il titolare potrà chiedere un cospicuo risarcimento danni. Riteniamo inammissibile che si usino soldi pubblici per affrontare tali spese, soldi che magari potrebbero essere  usati per il dissesto stradale, l'emergenza allagamenti o per rimettere in piedi qualche scuola. Vogliamo sapere quanto ci è costato portare le ruspe a Ostia e a quanto ammonterà l'eventuale risarcimento. Il Pd metta fine a questa truffa e non ci venga a parlare di legalità, visto che proprio quelle spiagge sono al centro dello scandalo di  Mafia Capitale, con l'assegnazione - conclude la nota - da parte dell'ex presidente del X Municipio Tassone di oltre 230 mila euro senza nessuna gara d'appalto alla cooperativa '29 Giugno', quella del noto Buzzi, per la pulizia e la  manutenzione di tali aree".