Ostia - Sono tutti pugili di professione gli autori dell'aggressione sfociata in tentato omicidio, avvenuta in un cantiere edile di Casalpalocco. I fatti risalgono all'11 aprile scorso, quando la Polizia di Ostia intervenne per la segnalazione di una maxi-rissa in via Solone.

A terra, in un lago di sangue c'era Luca, operaio rumeno di 36 anni. Cinque coltellate all'addome, una gli aveva perforato il polmone: operato d'urgenza all'ospedale Grassi, si è salvato per miracolo. Subito dopo l'episodio gli investigatori del commissariato del Lido, guidati dal dirigente Antonio Franco, avevano messo le manette ai polsi di D.M., 37enne di Ostia.

È lui, secondo la ricostruzione della polizia, il coordinatore del raid punitivo, organizzato per ottenere i pagamenti dovuti da parte dei responsabili del cantiere. Altre violente liti e discussioni sempre per motivi di soldi, si erano verificati nei giorni precedenti il tentato omicidio. Per l'ultima visita al cantiere però il 37enne si era portato i rinforzi. Aveva in pratica assoldato tre amici, tutti boxer, pronti a coprirgli le spalle, armati di guanti da pugili e coltello.

Tra questi c'era un altro trentenne soprannominato Lupin III, per l'evidente tatuaggio sulla spalla che ritrae il personaggio dei catroni animati, insieme a due ventenni, entrambi pugili professionisti. Ad avere la peggio l'11 aprile era stato proprio il giovane rumeno, intervenuto per soccorrere i suoi capi, dall'aggressione della banda di picchiatori. Gli ultimi due giovani esponenti della gang sono stati rintracciati dalla Polizia ieri sera, grazie ai tabulati telefonici, in cui spiccano una serie di chiamate in cui veniva organizzato il raid punitivo.