Ostia – Lunghe file, ingorghi e traffico impazzito. Nulla è cambiato tra Ostia e Fiumicino. La viabilità nel tratto del ponte della Scafa è sempre un dramma. E dell’annunciato nuovo viadotto  non se ne sa nulla.

 

I lavori erano stati annunciati come imminenti un mucchio di volte. Gli amministratori avevano rassicurato i cittadini. L’infrastruttura che avrebbe risolto una volta per tutte i problemi di viabilità sembrava possibile.

 

Il progetto era stato presentato come innovativo e utile anche a preservare il prezioso patrimonio archeologico esistente. Basti ricordare che durante i sondaggi a Isola sacra è venuta alla luce una barca romana perfettamente conservata. Ma ad oggi è tutto fermo.

 

Sulla questione interviene Sandro Lorenzatti, coordinatore Sel del municipio XIII. “L’incapacità dell’amministrazione di gestire il progetto di sistemazione del ponte della Scafa sta provocando danni enormi a tutti i cittadini che, nelle ore di punta, sono costretti ad interminabili file in auto alla strettoia dell’attuale ponte”, spiega l’esponente politico.

 

Secondo Lorenzatti, sarebbe stato un “errore grossolano” progettare un nuovo ponte di misure sproporzionate, costosissimo, in area archeologica interna alla Riserva del Litorale e dall’impatto paesaggistico “pazzesco”. Costo dell’opera? Circa 45 milioni.

 

 

  Una cifra enorme. “Oltre tutto per un viadotto che, fin dall’inizio, era chiaro non potesse essere realizzato per tutti i vincoli esistenti. Una cifra che oggi”, prosegue Lorenzatti, “suona assurda e incivile dato lo stato di crisi in cui versa il paese”.

 

 

La soluzione? Allargare il ponte attuale realizzando una corsia in più. Questo avrebbe permesso, spiega l’esponente politico,  di risolvere il problema in breve tempo ed a un costo decisamente ridotto.

 

“Invece niente: hanno prevalso logiche oscure che, lo ripetiamo, stanno oggi creando un insopportabile disagio ai cittadini”, conclude il coordinatore Sel che chiede di tornare  immediatamente al  progetto iniziale e di utilizzare i soldi in più, se ci sono ancora, per opere più importanti.