Ostia - Presto sparirà la foce del Tevere. Si stanno infatti realizzando due porti, ciascuno da 1.400 posti barca. Uno già esiste ed è quello di Ostia che presenta un errore di progettazione avendo l’imboccatura a favore dei venti dominanti, motivo per cui spesso si insabbia l’ingresso. Lo dichiara il Laboratorio urbanistico del municipio XIII.

 

 

 

“Lo scalo lidense attualmente dispone di 600 posti barca, che presto raddoppieranno grazie al Consorzio cooperative costruzioni (CCC), di Ravenna, fra i principali gruppi del settore delle costruzioni a livello nazionale. Quello dal lato di Fiumicino invece è in mano al gruppo Caltagirone. I due porti alla foce del Tevere sono distanti in linea d'aria neanche 1 chilometro e hanno e continueranno ancora di più a stravolgere completamente la natura deltizia del Tevere”, proseguono.

 

 

 

“In conferenza di servizi ad entrambi è stato richiesto uno studio sull'eventuale modifica della linea di costa, che però non tiene conto dell'esistenza dell'altro porto. Questa è l'Italia: un paese dove, nelle inutili conferenze dei servizi, i progettisti orientano l'apertura di un porto nel quadrante ovest dei venti dominanti sul litorale romano, modificando la linea di costa per effetto del mancato apporto della sabbia”, sottolineano.

 

 

 

“E intanto ogni anno vengono spese decine di milioni di euro di soldi pubblici per un ripascimento (per altro inutile) causato da operazioni meramente private su proprietà dello Stato. Sarebbe ora che in Italia, invece di processare e condannare dei sismologi per non aver previsto un terremoto, si processassero e condannassero i tecnici e gli amministratori che consentono trasformazioni urbanistiche incompatibili e insostenibili da un punto di vista ambientale, soprattutto alla luce dei cambiamenti climatici che stanno interessando tutto il mondo e il nostro paese”, concludono Paula de Jesus, urbanista per LabUr, e Andrea Schiavone, presidente di LabUr.