Assogna: “Il riconoscimento a Cecchini? La nota stonata al Premio Città di Ostia”
Ostia – Scoppia la polemica. E’ stato premiato ieri sera nel corso della 41° edizione del Premio internazionale Città di Ostia Graziano Cecchini che, per i non informati, è l’artista “futurista” che nel 2007 versò della tintura nella storica fontana di Trevi, arrossando l’acqua. Occorse il tempestivo intervento dei vigili urbani e dei vigili del fuoco per ripulire il monumento, che si temeva potesse rimanere macchiato. L’anno successivo, invece, nel corso di un altro blitz, rovesciò centinaia di palline colorate dalla scalinata di Trinità dei Monti, invadendo piazza di Spagna. Azioni dimostrative scaturite, la prima, da una forma di protesta contro i presunti sperperi in occasione della Festa del cinema di Roma.
Tornando alla premiazione, le reazioni in sala non sono mancate. “Qualche tiepido applauso e fischi”, riferisce Gioacchino Assogna, presidente del comitato Sos soccorso cittadino, ex presidente della XIII circoscrizione, “qualcuno ha gridato “basta, basta”. Noi”, prosegue, citando anche l’amico Dino Morandi, “abbiamo partecipato da invitati alla manifestazione che Cineland, promosso da una persona meritoria e infaticabile come Tonino Colloca.
Ma, secondo Assogna, ci sarebbe stata “una nota fortemente stonata”. Ossia “la pretesa di dare un riconoscimento ad un personaggio, giustamente condannato dal tribunale, per aver colorato di rosso la fontana di Trevi”. “E’ sconcertante far passare per arte contemporanea un evidente sfregio ad un grande monumento di valore storico, noto a livello internazionale, compiuta da uno squalificato militante fascista, che all'inizio si era persino nascosto per l'atto compiuto. Ma è stato invece scoperto dagli investigatori”, spiega l’esponente del direttivo.
“E’ la seconda volta che si verifica una vergognosa scivolata ad Ostia, dopo quella altrettanto paradossale del voler premiare addirittura un golpista delle nostre istituzioni democratiche, qual è Licio Gelli”, continua: “non siamo d’accordo a chiudere il problema con il solo riconoscimento del dissenso da parte del pubblico presente alla manifestazione. A nostro parere è doveroso che Colloca ammetta l'errore anche perché il personaggio non è neppure del nostro territorio e “macchiare” il premio che porta il nome della nostra città è un vero delitto culturale”. Già ieri sera, però, il presidente dell’Anco Marzio avrebbe detto ad Assogna che la manifestazione è organizzata da un’associazione privata e dunque ci sarebbe la possibilità di agire liberamente. Ma l’ex presidente circoscrizionale non ci sta: “Ha oltrepassato dei limiti”.
“Sarebbe forse opportuno lanciare un may day o un sos perché, incredibile a dirsi, ancora si usa l’aggettivo fascista per denigrare le persone! Ancora si usa il verbo ideologico e la sua superficialità”, ha replicato Cecchini in una nota. “Ecco l’Italia che non voglio. Ecco l’Italia che spruzza pillole di veleno tutte le volte che non capisce, che non sa, che non conosce. Ecco l’Italia dei muri e del non confronto. Ci sono ancora alcuni soggetti che si riempiono la bocca di democrazia senza conoscerne il significato. Per fortuna appartengono ad un mondo in via d’estinzione, chissà, forse interverrà il Wwf per salvare questa specie di umanoidi”, conclude.
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