Ostia - Il 28 gennaio 2012 nell’aula Massimo Di Somma, sede del Consiglio del Municipio XIII, si è svolta la conferenza stampa di presentazione del progetto “Il benessere dell’anziano e l’integrazione sociosanitaria” che il 31 gennaio alle ore 15.00, presso il Teatro Fara Nume, in via Domenico Baffigo, 161 – Lido di Ostia, presenterà il 1° convegno.
 
L’Assessore ai Servizi Sociali On. Lodovico Pace ha presentato il progetto dicendo che si tratta di un’iniziativa che è stata presa in carico dal Municipio, così come è accaduto per altri progetti, come ad esempio Nessuno escluso. Ha anche detto che tale atteggiamento di promozione delle iniziative ha dato sempre degli ottimi risultati, consentendo di dare una più vasta gamma di offerte di servizi alla popolazione.
La Dott.ssa Emma Fantozzi ha detto che nel suo intervento l’individuo, considerato nella sua unità psicofisica, verrà presentato alla luce della nuova scienza la Psico-neuro-immuno-endocrinologia (PNEI) che appunto studia i diversi aspetti del comportamento. Un recente congresso ha confermato la necessità di valutare il paziente nella sua integrità psicofisica.
Il Presidente del Club Lions Fiumicino Portus, in rappresentanza anche del Club Leo Fiumicino
Portus, ha elogiato l’iniziativa che ritiene interessante per il Comune di Fiumicino, essendo il I
Distretto dell’Asl Roma D competente nel comune di cui sopra.
L’Assessore Pace ha fatto presente che l’Associazione Culturale Angelo Maria Ricci opera anche in Abruzzo, dove ha istituito il Premio Letterario Angelo Maria Ricci.
L’Associazione, ha proseguito la Dott.ssa F.S. Ranieri, opera per la divulgazione della conoscenza della vita e delle opere del poeta Angelo Maria Ricci e dell’importante dimora storica in cui è nato, il Palazzo Ricci Valentini, sito in Capitignano (provincia de L’Aquila), edificato nel 1400, affrescato nel Seicento da Ascanio e Vincenzo Manenti, restaurato sul finire del Settecento, su commissione di Papa Pio VI Braschi, da Giovanni, Raffaele Stern e Giuseppe Valadier, architetti dei sacri palazzi vaticani.
La Dott.ssa F. S. Ranieri ha affermato che il progetto “Il benessere dell’anziano e l’integrazione sociosanitaria” rappresenta un’iniziativa a carattere divulgativo rivolta agli anziani che prevede la valutazione dei servizi sociosanitari e di importanti aspetti della prevenzione di alcune patologie, della salute e del benessere psicofisico. Ha proseguito dicendo che il progetto è iniziato nel 2004 con diverse associazioni.
Tra queste l’Associazione Culturale Angelo Maria Ricci – capofila - , la Libera Università Internazionale del benessere, l’Associazione Vivere con gioia, l’Associazione Reiki RAU, l’Associazione Dikshaitalia, l’Associazione vegetariana animalista, l’Associazione Vivere con cura, l’Associazione Essere Donna è, l’Associazione Sapio, l’Associazione Terranuova.
Il ciclo di conferenze “Vivere la vita con consapevolezza”, rivolto a persone disposte ad approfondire in modalità interdisciplinare una o più tematiche di proprio interesse, si è tenuto
presso i centri anziani e nelle biblioteche del municipio; inoltre sono stati svolti corsi e seminari.
Il convegno del 31, ha detto, rappresenta l’apertura di un nuovo ciclo di incontri in cui si affronteranno temi quali l’integrazione socio sanitaria, la prevenzione sanitaria e la presa in carico dell’individuo anziano.
L’idea di fondo è che la categoria sociale anziani, non è una realtà omogenea indistinta, è una realtà complessa, articolata, distinguibile non solo per genere ma anche per fascia d’età o generazione e condizione di salute. L’obiettivo è quello di attrarre realtà di ambiti differenti coinvolti nell’educazione e nell’assistenza a vario livello, creando un “unicum” di iniziative accomunate dalla stessa finalità: prendersi cura dell’individuo anziano, accompagnarlo nel suo percorso spesse volte di non autosufficienza e renderlo consapevole di essere parte importante e fondamentale della comunità.
Offrire opportunità agli anziani di entrare in relazione e rendersi utili, rappresenta sicuramente un
investimento sociale e una prevenzione sanitaria di notevole importanza.
In sintesi il progetto sul benessere dell’anziano è composto da diverse iniziative ed è volto ad introdurre una campagna di sensibilizzazione finalizzata alla promozione di stili di vita sani, necessari per mantenere lo stato di buona salute.
Il percorso di riflessione ci ha portato alla considerazione del benessere e della prevenzione attraverso l’informazione e la sensibilizzazione sull’importanza delle sane abitudini, dei corretti stili di vita e dei fattori di rischio, indicando politiche che tengono conto che gli individui e le famiglie hanno bisogno di essere preparate a fronteggiare l’anziano ma anche politiche che esonerino i singoli da estenuanti code e richieste burocratiche per accedere alle prestazioni.
Da qui la necessità della costruzione di sistemi di servizi territoriali per anziani e disabili di tipo domiciliare e residenziale, integrati sotto il profilo assistenziale e delle reti urbane e sociali; la predisposizione di fascicoli elettronici sanitari e sociosanitari per ciascuna persona, utili ad accompagnarla nei complessi percorsi anche riabilitativi, favorendo appropriatezza e presa in carico; il potenziamento delle strutture distrettuali in grado di governare le cure primarie, compresa la prevenzione e la promozione degli stili di vita per un invecchiamento sano.
Il grafico della piramide delle età degli Stati membri dell’Unione Europea (1990 – 2010 – 2050) evidenzia in modo incontrovertibile un’ulteriore riduzione delle classi di età giovani (0 – 14 anni), un incremento notevole degli anziani (in particolare ottantenni) e soprattutto una significativa contrazione della popolazione in età lavorativa.
Come si denota, l’aumento costante dell’età media ed il progresso scientifico hanno indotto una vera e propria rivoluzione epidemiologica, spostando l’attenzione della cura dell’anziano sul territorio, ove si esprimono al meglio non solo i servizi di sanità ed assistenza pubblica ma anche tutti i processi di sussidiarietà: la famiglia, il volontariato e tutti gli enti che concorrono a fare comunità. Anziani e disabili sono, infatti, un modello nel quale coesistono una molteplicità di bisogni che esprime chi vive una condizione di fragilità: bisogni affettivi, relazionali, lavorativi, terapeutici.
La nostra società, purtroppo, tende a dare una connotazione negativa alla vecchiaia; occorre precisare, comunque, che quando si parla di “anziano” non siamo di fronte a individui omogenei ma a generazioni di individui con specificità e differenze che debbono essere sistematicamente riconosciute sia in termini di previdenza, assistenza, politiche sanitarie, sia politiche per il tempo libero, ecc.
Gli anziani che hanno compiuto i sessant’anni sono, ad esempio, in termini di aspettative, capacità, abilità, condizioni fisiche e psichiche, ruolo sociale ben diversi da coloro che hanno settant’anni, ottant’anni e più.
Secondo il Censis, il 25,6% dei pensionati svolge oggi attività di volontariato, il 62,7% svolge attività di supporto ai figli, l’80,4% degli intervistati ritiene, in generale, gratificante far cose utili per i propri familiari ed avere relazioni che aiutino a non chiudersi: in definitiva, una vita attiva, piena di relazioni e di interessi è sinonimo di benessere psicofisico.
Tale differenza va, pertanto, teorizzata e riconosciuta anche in termini di politiche sociali. Gli anziani attivi costituiscono una componente fondamentale del “welfare informale”, in quanto rappresentano una reale risorsa per le famiglie e le comunità locali.
Occorre quindi che la vecchiaia, fino ad ora segnata dalla cessazione dell’attività lavorativa come
variabile fondamentale nella connotazione e nella definizione del ruolo sociale dell’individuo, venga letta in relazione alla salute poiché esistono delle peculiarità: essere in salute o non essere in salute segna la differenza.
Siamo, infatti, di fronte a una fase del ciclo di vita che si connota per una pluralità di fenomeni, sanitari e sociali. Una concomitanza d’eventi patologici, il deterioramento delle capacità fisiche e psichiche, ma ciò che sembra caratterizzare di più questa fase della vita è la ristrutturazione delle dimensioni comportamentali, culturali e relazionali, poiché si riduce la rete relazionale, aumenta la dipendenza da altri con la frequente necessità di essere costretti a cambiare il proprio luogo/contesto di vita e di senso.
Nel nostro Municipio come in altre città, siamo di fronte a individui che richiedono un’attenzione e una presa in carico di tipo complesso (sanitario, sociale, relazionale): una popolazione che necessita perciò di un accompagnamento anche di carattere psicologico per fronteggiare le paure dell’isolamento, della solitudine e della disabilità.
Il Municipio, in concerto con tutti gli enti e gli organismi predisposti alla “cura” dell’anziano opera
per un’integrazione delle politiche sociali con quelle socio-sanitarie, con l’obiettivo di assicurare
processi di continuità assistenziale e presa in carico delle persone anziane e non autosufficienti.
Riflettere sugli anziani significa cogliere la profonda differenziazione che esiste nel modo di vivere questo periodo della vita.
Ci sono anziani che vivono isolati nelle case, nei letti degli ospedali, ce ne sono tanti altri che vivono la terza età non come un punto di arrivo ma come un nuovo e stimolante punto di partenza.
C’è una profonda differenza tra l’anziano che ha un’istruzione e cultura rispetto a quello che ha meno istruzione, tra l’anziano che ha svolto lavori usuranti e quello che ha fatto lavori in cui era richiesta la sua capacità creativa. L’età, le condizioni di salute, il livello economico sono ulteriori fattori di differenziazione.
Per progettare interventi ed azioni utili per migliorare la condizione dell’anziano occorre tenere conto di queste differenze e pensare a progettualità che sappiano interpretare la cultura e i bisogni delle varie fasce di popolazione anziana.
Il rischio maggiore è quello della solitudine (rinchiudersi in casa, fare poca attività fisica, ridurre la motivazione a impegnarsi, al fare) che, in alcuni casi, può sfociare in atteggiamenti depressivi e nell’accentuarsi di veri problemi di salute.
E’ quindi importante coltivare interessi e progetti, ma altrettanto necessario che la società offra spazi ed occasioni per stimolare la partecipazione attiva degli anziani.
Ad aggravare la situazione spesso si associano fattori quali la vedovanza, la lontananza dei figli, fisica o affettiva: ciò comporta una diminuzione delle relazioni familiari e l’impoverimento del ruolo dell’anziano nel nucleo familiare. Anche la progressiva perdita di salute contribuisce, da un lato, ad incrementare una richiesta di aiuto sanitario, dall’altro a favorire un ulteriore allontanamento dalle relazioni sociali e dalle attività anche più semplici. Ulteriori problemi che condizionano la vita degli anziani sono quelli legati alla mobilità all’interno di città non progettate pensando alle crescenti difficoltà che le persone anziane incontrano nell’uso dei mezzi pubblici, nel percorrere strade non sempre idonee alla presenza di pedoni e ciclisti, nell’accedere alla rete di servizi e negozi.
Non può essere infine trascurato il senso di insicurezza e di vulnerabilità legato alla percezione delle trasformazioni sempre più rapide del modo di vivere che tende ad escludere le persone anziane e ad isolarle svalutando il loro ruolo e l’importanza della loro memoria ed esperienza. A ciò si aggiunge la forte tensione legata ad una microcriminalità che sovente prende di mira le persone deboli e al contestuale timore di progressivo ridimensionamento dei servizi pubblici e di tutela conseguenti ai tagli delle risorse economiche assegnate.
 
Ma esiste anche un ricco mondo in cui l’anziano mantiene o ricostruisce una vita sociale attiva. Si tratta dei circoli, associazioni, parrocchie, centri di vario tipo nei quali l’anziano viene accettato, ha un ruolo attivo, può esprimere le proprie capacità, interessi, competenze, volontà di comunicare e di rapportarsi agli altri.
Quindi momenti di fondamentale importanza che però talora rischiano di essere non facilmente accessibili proprio da parte dei soggetti che più ne avrebbero bisogno e ne trarrebbero beneficio.
Esiste infatti una quota rilevante di persone la cui condizione di solitudine e di fragilità è difficile da riconoscere proprio per la sua caratteristica di sfuggire ai contatti.
Per questo motivo il nostro municipio, da sempre promuove, incoraggia e sostiene la rete integrata dei servizi sociosanitari.
Numerosi centri si sono evoluti in nuove figure atte a sviluppare o incrementare il proprio ruolo di punto di ascolto, di contatto come concreto impegno della comunità teso a creare una rete di informazioni e segnalazioni finalizzata a intercettare e, se possibile, affrontare problemi di fragilità e di insorgenti difficoltà prima che questi giungano ai Servizi istituzionali di assistenza.
Lo sviluppo di iniziative in questa direzione ha contribuito a potenziare la capacità della collettività di prendere in mano e migliorare la salute e il benessere delle persone che la compongono.
Tali attività hanno svolto un’importante azione di recupero del ruolo attivo dell’anziano, sviluppando iniziative sulla riscoperta della memoria, organizzando incontri tra anziani e giovani per promuovere un’integrazione intergenerazionale basata sulla valorizzazione del patrimonio culturale, storico ed emotivo di cui l’anziano è depositario, e numerosi altri eventi.

Francesca Sabina Ranieri