Ostia, privatizzazione casa del parto Acqualuce, Si: “Quando la pezza è peggiore del buco”
Costruita nella pineta antistante l’ospedale Grassi, praticamente all’interno del corpo ospedaliero, era gestita direttamente dalle ostetriche in forze all’Ospedale Grassi e quindi a costo quasi zero per la ASL di competenza. Nonostante le rassicurazioni, nonostante le promesse, la Casa del Parto Naturale Acqualuce è stata chiusa anche perchè il blocco delle assunzioni ha definitivamente messo la pietra tombale su questa struttura impedendo qualsiasi prospettiva di riapertura, almeno fino ad oggi. La ASL RM3 ha proposto ad un gruppo di ostetriche libere professioniste, a fronte di un rimborso per ogni assistenza effettuata, di riaprire questa struttura.
Una vergogna assoluta, una privatizzazione mascherata che condanniamo senza mezzi termini, primo perchè "Acqualuce" deve rimanere pubblica e il personale per mantenerla in funzione deve essere assunto dal servizio sanitario nazionale, secondo perchè solamente il servizio pubblico può garantire pazienti e operatori, terzo perchè fare campagna elettorale per le imminenti regionali sbandierando di riaprire "Acqualuce" quando nei fatti la si vuole solamente privatizzare, oltretutto sulla pelle di pazienti, di lavoratori e lavoratrici precarie che non avrebbero alcun diritto e non avrebbero alcuna tutela, è assolutamente inaccettabile.
Durante il mese di Maggio abbiamo presentato come Sinistra Italiana una interrogazione al Ministro Lorenzin, di cui attendiamo ancora la risposta, proprio per chiedere di non perdere definitivamente "Acqualuce" e di riaprirla quanto prima. Non ci arrendiamo, le privatizzazioni dei servizi sanitari sono il male da combattere e non certo la soluzione da sbandierare”. Così in una nota Marco Possanzini, Segretario Sinistra Italiana X Municipio.