Ostia – In merito all’attuale situazione politica italiana, che vede ancora una volta protagonista il leader del Popolo della libertà, già fondatore di Forza Italia, Silvio Berlusconi, condannato dalla Corte di cassazione, pubblichiamo una nota di Gioacchino Assogna, segretario del Partito socialista del municipio X:


”Berlusconi politicamente è alla fine. E allora, nel tentativo di trovare una  soluzione per un salvataggio purchessia, sta spingendo verso l'utilizzo dei ricatti politici e la messa in crisi dell'attuale governo Letta, che pure continua a dichiarare di avere fortissimamente voluto.  Ha creduto, insieme ai suoi yes-men, di porre il problema ‘del diritto alla agibilità politica’ in base al consistente consenso elettorale e a l'essere il leader (e padrone) del suo partito. Ma le risposte ineccepibili del Presidente Napolitano lo hanno messo con le spalle al muro perchè gli ha ricordato che qualsiasi atto di clemenza presuppone l'accettazione delle sentenze e la loro conseguente esecuzione. Cioè, deve smetterla di accusare i giudici che lo perseguitano "senza prove" ed accettare il quadro delle norme legalitarie sancite dalla Costituzione.


Così è dovuto passare alla ricerca dei "cavilli giuridici" prima con l'attacco al presidente della sezione di Cassazione per aver rilasciato una intervista e poi con il tentativo di fare ricorso alla Corte Costituzionale  sulla inapplicabilità della Legge Severino, votata due volte dai suoi parlamentari senza sollevare obiezioni, sulla decadenza in caso di condanne specificamente di ordine fiscale. L'assurdità e la palese contraddizione è quella di rivolgersi a quella Corte costituzionale da Berlusconi più volte accusata di essere composta "da esponenti comunisti prevenuti nei suoi confronti", senza tener conto che
la Legge Severino aveva il dichiarato obiettivo di avere "un parlamento più pulito e senza condannati". Peraltro il guadagnare  eventualmente qualche settimana a che serve, sapendo che nel frattempo arriverà irrevocabilmente anche la sentenza della Corte di appello di Milano per decidere "da uno a tre anni" l'interdizione ai pubblici uffici e quindi ad essere candidato e parlamentare? In un clima in cui la rabbia verso i privilegi dei parlamentari ha raggiunto i livelli più alti, che è prevedibile esploderebbero in caso di un qualche incomprensibile salvataggio nei confronti di Berlusconi, che si ritorcerebbe sia nei confronti del Pd che delle altre forze politiche, fatta eccezione dei Grillini che avrebbero un grandissimo regalo di consensi elettorali.


Se i suoi collaboratori avessero il coraggio di dirgli che la cosa migliore è mettersi da parte e lasciare spazio ad altri per costruire e portare avanti il partito di cui fanno parte e impegnarsi comunque a lavorare per il bene del paese e dei propri cittadini, specie giovani, che stanno subendo pesantemente i morsi della grave crisi che attraversiamo, da cui dovremmo far convergere le forze per uscirne al più presto e riaprire una prospettiva di crescita e di sviluppo insieme all'Europa. L'eventuale crisi di governo significa annullare i tanti sacrifici sostenuti dai cittadini per arginare il precipitarsi verso la crisi greca. Occorre senso di responsabilità e non tatticismi dai diversi partiti che sembrano pensare più a posizionarsi per la campagna elettorale, che alla soluzione dei problemi del paese”. Gioacchino Assogna, segretario del Partito socialista italiano del municipio X di Roma Capitale.