Ostia - “L’arresto di alcuni esponenti del clan Spada ad Ostia, implicati, secondo l’ordinanza di custodia cautelare, in estorsioni, e nell’occupazione di numerose unità abitative popolari, eludendo così le discipline che regolano la regolare assegnazione delle case secondo una graduatoria stilata da Roma Capitale, ha scoperchiato una inquietante e spaventosa situazione consolidata da lungo tempo nella città.


Nell’autunno 2014, nel corso della mia breve gestione della Commissione Municipale Patrimonio, mi sono recata dalle forze dell’ordine a denunciare, insieme ad un testimone, il racket dell’occupazione degli alloggi popolari del Comune di Roma. Un sistema strutturato in una rete organizzatissima nei diversi quartieri del X Municipio. Diverse famiglie dedite alla criminalità organizzata si sono negli anni spartite i diversi quadranti della città ed hanno istituito un business dell’occupazione di case popolari più redditizio addirittura del traffico di droga.


Ormai, in molti quartieri periferici della Capitale, le famiglie bisognose di alloggi popolari, anziché presentare regolare domanda per accedere alle graduatorie del Dipartimento Politiche Abitative, si rivolgono spesso agli esponenti dei diversi clan che “gestiscono” il mercato criminale nei vari quartieri. Ogni alloggio popolare, in base alla metratura ed al valore di mercato, ha un costo: l’occupazione ad opera del clan, può costare dai mille ai settemila euro. L’immobile viene occupato dai membri delle famiglie mafiose, e poi immediatamente ceduto all’ “acquirente”, che nei mesi successivi si impegna a versare il contributo previsto. Il controllo del racket dell’occupazione degli alloggi ad opera dei clan è ferreo: se un cittadino privo di alloggio, in un determinato quartiere, occupa una casa per proprio conto, le ritorsioni del clan che controlla il territorio sono tante e tali che presto o tardi l’alloggio viene liberato.


Nell’entroterra il racket delle estorsioni è controllato da una famiglia di napoletani già conosciuta alle forze dell’ordine. Difficile pensare che questo sistema non goda della connivenza di impiegati dell’amministrazione comunale e spero che, nel caso, le indagini delle forze dell’ordine riescano ad accertarlo. Ma è difficile anche pensare che le Amministrazioni Municipali che negli anni si sono avvicendate al governo del territorio non abbiano mai avuto sentore di questo fenomeno. Mi auguro di cuore che le indagini della Procura e delle forze dell’ordine riescano col tempo a debellare definitivamente questo abietto mercato criminale che prolifica sulla pelle delle fasce di popolazione più bisognose ed in difficoltà”.