Ostia – Chiesta la realizzazione di una commissione utile all’apertura del Registro pedagogico locale. Pochi giorni fa si è tenuto l'incontro tra il direttore del municipio XIII, Menichelli, il responsabile per la Regione Lazio dell'Associazione pedagogisti ed educatori italiani, Francesco Orlando, ed il presidente della Ciurma associazione, Stefano Di Tomassi, per discutere della procedura.

 

 

 L'idea di creare un servizio professionale "di prossimità", come la definiva don Ciotti nell'incontro al Teatro Nino Manfredi, vicino ai cittadini, alle famiglie e ai più fragili prende pian piano corpo. Il cammino per la creazione di una banca dati pubblica del XIII municipio di Roma dove annoverare le professionalità educative e pedagogiche va dunque avanti.

 

 

 Alla creazione del gruppo di pedagogisti ed educatori locali (Missione Apei Roma 13) il 19 giugno 2010 (protocollo d'intesa tra Apei e Ciurma) seguono vari passaggi: l'interessamento di moltissimi referenti politici del territorio di ogni schieramento, il placet dell'ex dirigente Uosecs D'Agostini, il progetto P.A.C.I.S. con il primo corso unitario (Incontri Socio Pedagogici) seguito con attenzione dall'assessore Pace, il Convegno nazionale pedagogisti ed educatori italiani a Napoli con il mandato del presidente nazionale Prisciandaro, la riunione della commissione sociale e scuola.

 

L'iter segue un percorso cauto e temperante poiché ci si trova di fronte a strumenti innovativi sul piano della pubblica amministrazione. Non esiste oggi un ordine o una categoria pubblica a livello nazionale e regionale delle professionalità suddette e per questo partire dagli enti territoriali più vicini ai cittadini è certamente la rotta più corretta per offrire un servizio alla persona nel suo reale e nel suo quotidiano, ma nello stesso tempo è la strada più faticosa e difficile perché non illuminata e orientata dalla legislazione regionale o nazionale che possa dettare una direzione chiara e decisa.

 

In quest'ottima complessiva la risposta del municipio XIII di Roma è responsabile e profondamente ponderata: chiedere a Roma Capitale, più precisamente all'Avvocatura comunale, l'indicazione per procedere in autonomia o eventualmente prendere in mano direttamente il percorso innovativo e lavorare magari in sede dipartimentale estendendo l'idea a tutti i municipi.