Ostia, revoca concessione Faber beach, Consorzio Nausicaa: “Necessario fare chiarezza”
“In questi giorni il Faber Beach è agli onori della cronaca per l'atto del Pg Edilizia della Polizia di Ostia per la revoca della concessione della spiaggia libera attrezzata. Occorre fare alcune precisazioni su notizie distorte apparse su alcuni quotidiani. Il Consorzio Nausicaa ha partecipato ad un'asta giudiziaria per l'acquisizione della Faber Beach srl al quale hanno preso parte altri soggetti. Il valore si aggira attorno a 400mila euro.
Una delle rare volte che vi è stata una regolare gara su una concessione demaniale del litorale romano fondata sul valore economico prodotto così come recentemente auspicato dall'Anac di Cantone. Il Tribunale di Roma ha incluso anche la concessione oggi oggetto dell'atto notificato. Non può sfuggire ad un attento osservatore che non si tratta di un atto privato, bensì di un atto corredato da adeguate perizie disposte dallo stesso Tribunale.
D'altro canto il Municipio non ha contestato i precedenti atti del Tribunale di gestione del Faber Beach quale bene confiscato alla mafia e successivamente in stato fallimentare e della relativa attribuzione in convenzione a Libera della sua gestione. Il Consorzio Nausicaa non può non rilevare come vi sia un conflitto istituzionale in cui il Consorzio rischia di essere vittima.
"Lavoriamo per promuovere l'inclusione sociale di persone al margine della comunità che abitiamo - afferma il Presidente Ruggero Signoretti - attraverso servizi alla persona e inserimenti al lavoro. Il Faber per Nausicaa non è altro che una delle molteplici attività che svolgiamo per dare opportunità a chi non ne ha. Ci siamo autotassati per vincere l'asta giudiziaria (che ci è stata suggerita dalla stessa Libera) e garantire occasioni di impiego remunerato a chi rischia di cadere in povertà o peggio preda di fenomeni criminali così fortemente presenti sul litorale romano”.
"Il Consorzio e le cooperative ad esso associate – prosegue Signoretti - non sono mai state coinvolte in qualsivoglia vicenda legata ai noti accadimenti con risvolti penali che riguardano anche alcune cooperative sociali romane, anzi sono le prime ad aver subito la concorrenza sleale pagando in prima persona il sistema corrotto che ha falsato il mondo del sociale della nostra città. Noi siamo tra quelli che continuano a credere nella cooperazione sociale come forma di presa di possesso su di sè delle fasce sociali marginalizzate abbandonate dalle istituzioni e dalla politica. Mettiamo in trasparenza ogni nostra attività mettendoci a disposizione di ogni giornalista che vorrà approfondire la nostra conoscenza”.
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