Ostia – Ripascimento, a stagione balneare appena iniziata mancano ancora 800 metri di spiaggia da ricostruire fino al Canale dei Pescatori. Un flop questo ripascimento? Eppure era stato annunciato, e dato per certo dalle amministrazioni municipale, capitolina e regionale, fin dall’inizio della scorsa primavera. Quest’anno, a differenza della scorsa estate quando gli interventi non iniziarono neppure, sembrava “cosa fatta”. I 15 milioni per “rimpolpare” gli arenili smangiucchiati dall’erosione di Ostia Levante c’erano. Parte erogati dalla Regione Lazio, parte dal Comune di Roma. Ma poi ci sono state le mareggiate che hanno vanificato i primi lavori. Quindi la rottura del sabbiodotto che ha provocato uno stop durato un paio di settimane. Ed intanto sono crollate le cabine in un paio di stabilimenti ed il mare è praticamente arrivato in strada.

 

E sul ripascimento è calato il silenzio delle amministrazioni. La scorsa settimana il Comitato civico 2013 ha presentato un esposto alla Capitaneria di Porto per segnalare la mancata applicazione delle prescrizioni inserite nella nuova ordinanza, che proroga i lavori fino al 15 giugno. “Soldi buttati, inefficienza del cantiere, bando di gara adattato alle esigenze dell'impresa ma non dei cittadini”, dichiarano al comitato. E aggiungono: “Imbarazzante: anche se Giacomo Vizzani, presidente del municipio XIII, il 17 maggio  alla stampa aveva dichiarato: “Comunque questa giunta ha completato il ripascimento della spiaggia: mancano solo le scogliere artificiali a pettine per salvare la sabbia””.

 

 

“Nella realtà”, precisano al Cc 2013, “al 30 maggio, già ben oltre il termine previsto dei lavori, l’opera era appena arrivato alla metà: mancano infatti quegli 800 metri fino al Canale dei Pescatori, la parte più difficile e bisognosa di Levante”. Andrea Schiavone, presidente del comitato, punta il dito contro “l'irresponsabile e non efficiente cantiere aperto dalla ditta incaricata dei lavori. “Non solo ci sono i ritardi ma a questo punto non è neppure chiaro se basterà la sabbia per completare l'opera, vista l'enorme quantità sprecata (l'equivalente di oltre 200mila euro) per la decisione di lavorare anche con le mareggiate, ampiamente previste dai bollettini meteo”.

 

Lorenzo Savarese, comandante della Capitaneria di Porto di Roma, intende chiedere alla Regione Lazio, per ragioni legate alla sicurezza dei bagnanti,  di sospendere l’intervento dopo il 15 giugno in quanto è “impensabile che i lavori proseguano a stagione balneare inoltrata”. Un paio di giorni fa sono intervenuti sul “caso” anche i consiglieri regionali della Lista Bonino Pannella Federalisti europei, Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo. I due esponenti radicali hanno presentato una interrogazione urgente all'assessore all'ambiente e sviluppo sostenibile, Marco Mattei, e all'assessore alle infrastrutture e lavori pubblici, Luca Malcotti, sullo stato degli interventi di risanamento delle spiagge di Ostia. “Apprendiamo da varie fonti di stampa che il ripascimento degli arenili è un completo flop e che già la scorsa estate i lavori annunciati dalla Polverini non sono mai stati completati”, hanno affermato.

 

“Le nuove scogliere si sgretolano: a Ponente sono stati fatti i pannelli a mare senza alcun insabbiamento, mentre a Levante senza scogliere. Risultato: pannelli che si indeboliscono da una parte, sabbia spazzata dalle mareggiate dall'altra nonché costi enormi a carico della collettività per lavori realizzati senza alcun criterio. Con la nostra interrogazione chiediamo”, chiedono i consiglieri, “di sapere quanto è stato speso dalla Regione negli ultimi dieci anni per le spiagge di Ostia. E anche se il progetto di ripascimento può definirsi risolutivo del problema e se vi sono garanzie sull'efficacia e durata dell'intervento previsto”. “Chiediamo, infine”, concludono Rossodivita e Berardo, “di sapere quando la giunta intenda rispondere all'interrogazione a risposta scritta n. 283 del 4 gennaio 2011 sull'utilizzo di sacchi in materiale plastico filamentoso come frangiflutti sul litorale di Ponente, fenomeno che crea enormi danni all'ecosistema mediterraneo, risultando il numero dei sacchetti in questione notevolmente aumentato”.