Ostia – Un paio di settimane fa lo sgombero della baraccopoli della pineta delle Acque rosse, dove vive una piccola comunità di rom, famiglie con bambini. Poi, nei giorni scorsi Marco Noli, esponente del Partito della rifondazione comunista del municipio XIII, ha lanciato l’allarme per il possibile sgombero, forzato, del campo di via Ortolani, sotto il cavalcavia Nuttal, ad Acilia, dove da vent’anni si è insediata un’altra piccola comunità formata da una trentina di persone,  per i due terzi minori che frequentano la vicina scuola Leonori.

 

Sulla questione è intervenuto don Franco De Donno della parrocchia Santa Monica di Ostia che, apprendendo queste “novità”, si è dichiarato “in pena per la sorte delle famiglie rom del territorio, di donne e bambini”.

 

Dopo l’ultimo sopralluogo compiuto insieme a don Plinio, tra i responsabili della Caritas diocesana, della Prefettura di Santa Monica ed ex presidente della Consulta del volontariato, da sempre figura di riferimento del mondo sociale locale, romano e nazionale, ha condannato senza mezzi termini gli sgomberi.

 

 “Gli sgomberi delle famiglie rom non soltanto ledono i principali diritti umani ma vanno ad interrompere un ampio progetto professionale e di integrazione lavorativa e alloggiativa al quale stavano partecipando assistenti e operatori sociali, del volontariato, la Comunità di San Egidio ed alcuni sacerdoti del territorio”, spiega don Franco.

 

“Le famiglie rom, specialmente i nuclei nella pineta delle Acque rosse, in collaborazione con alcune officine di falegnameria dell’entroterra lidense lavoravano per imparare i rudimenti di mestieri artigianali verso i quali avevano espresso molto interesse”, aggiunge l’assistente sociale locale che li segue.

 

“Nei prossimi mesi avrebbero iniziato a inserirsi nel tessuto urbano abbandonando molte abitudini di certo non lecite. Lo sgombero di ferragosto ci ha “scavalcati” interferendo e interrompendo queste progettualità. Manteniamo altissima l’attenzione verso il campo rom di Dragona, sebbene i carabinieri smentiscano con decisione che ci siano delle pressioni per lo sgombero: anche in questo caso si tratterebbe di una delle comunità meglio integrate a livello nazionale”, prosegue l’assistente sociale.

 

 

Monsignor De Donno chiede “l’immediata convocazione di un’assemblea cittadina o della Consulta del volontariato, nonché della commissione sicurezza. “Il parere degli operatori del settore socio-pedagogico è concorde poiché è inaccettabile che i vigili urbani diano la caccia giorno e notte a donne e bambini, facendoli fuggire di strada in strada, quando si lavora meticolosamente da anni, con i tempi necessari, come richiede il serio lavoro sociale e pedagogico”, dichiara don Franco.

Don Franco non riesce più a “tollerare questa gestione superficiale e pericolosa da parte di Roma che sembra scavalcare anche l’operato del 13° municipio”. Già mesi fa si era schierato contro il sindaco per le modalità di sgombero: non si tratterebbe di negare un problema che esiste, ma di gestirlo con professionalità  e con le associazioni presenti nelle consulte e nei tavoli, non certo con le forze armate o con la Croce rossa che sono strumenti di emergenza totalmente scollegati dai tavoli di lavoro del sociale.

 

A sostenere questo accorato appello Anna Cirillo, pedagogista storica del territorio e titolare della ludoteca L’isola del tesoro. E, insieme a loro,  anche Filippo Lange, responsabile del Tavolo minori e famiglie servizi sociali/scuola legge 328 / 2000.

 

Anche Filippo Lange chiede l’immediata convocazione di un tavolo “per il pericolo di uno sgombero dello storico campo di via Ortolani che lavora da anni con le scuole, con i centri minorili pubblici e con moltissime organizzazioni professionali e di volontariato”.

 

“Trattandosi di una situazione di civiltà e di diritti umani basilari, professionisti e associazioni terranno ben alta l’attenzione su quei politici che sosterranno questa battaglia necessaria a difesa dei più deboli”, sottolinea Lange.

 

 “Il problema dei rom esiste e va gestito con competenza”, afferma Di Tomassi, responsabile dei pedagogisti ed educatori italiani del territorio di Missione Apei Roma 13°.  “Mi sembra strano che queste iniziative di sgombero, che vedono implicati, a quanto, pare vigili urbani, le forze di polizia, partano dal 13° municipio poiché finora l’assessorato ai servizi sociali sta lavorando nella giusta direzione, con professionisti, associazioni e l’istituzione di consulte, anche se molto si può ancora fare. Occorre che il Tavolo locale della legge 328 /00 minori e famiglie sia permanente ma è necessario, a mio avviso, istituire anche un tavolo di tecnici/professionisti che si possa confrontare direttamente con questo, con i referenti delle forze armate e della magistratura”, conclude di Di Tomassi.