Ostia - La mobilità a Roma? Un costante bollettino di guerra. Ieri sulla Roma-Lido a creare il panico non sono stati i treni, quasi sempre protagonisti dei disagi, ma gli ascensori. Infatti l’ascensore della stazione di Roma-Lido che porta in superficie è rimasto bloccato con all’interno dei cittadini, per lo più anziani o persone con difficoltà a deambulare.

 
Dopo le grida e la folla dei pendolari che cercavano di calmare gli animi, il centralino dei vigili del fuoco è stato tempestato di telefonate fino a quando è arrivato il tecnico dell’ascensore, unico preposto a questo tipo di lavoro.


“Eppure”, osserva Maria Gemma Azuni, consigliere capitolino Sel, “il 28 agosto l’Atac aveva  annunciato che “entro il 30 settembre si sarebbe conclusa la remotizzazione degli ascensori e delle scale mobili sulla Roma-Lido”, rendendo così possibile l’attivazione, in assenza dell’operatore, a poterli azionare per legge. Come è evidente,  nulla di tutto ciò è stato fatto”.


“Roma è e continua ad essere l’unica capitale europea che presenta barriere architettoniche  nelle stazioni ferroviarie e nelle metro che privano le persone con difficoltà di muoversi autonomamente”, prosegue Azuni.


“Infine, non per colpa del ciclone Cleopatra, in quasi tutte le stazioni metro piove dal soffitto: le infiltrazioni ormai sono ataviche e ad ogni pioggerellina bisogna aprire l’ombrello aspettando il treno.  Cambiano i generali ma la realtà della guerra è sempre la guerra. Vivere in una città con tanti disagi sta diventando sempre più una lotta per la sopravvivenza ed è ormai indubbio che si seguita a giocare sulla pelle della cittadinanza”, sottolinea la consigliera dell’opposizione.


“I continui cambi al vertice delle maggiori aziende capitoline, escamotage per trovare ogni volta un capro espiatorio su cui scaricare le responsabilità gestionali o sui lavoratori, non basteranno ad assolvere il sindaco e il suo entourage dalle loro responsabilità, né la Regione, rea di non aver sostenuto economicamente, così come da accordi sottoscritti in sede di commissioni congiunte. Si accetti il fallimento per il bene di Roma e dei suoi cittadini”, conclude.