Ostia, Rosa Sanchez per Casa Cereza ad Affabulazione
ROSA SÁNCHEZ "Nacqui in un quartiere della periferia di San José, la capitale del Costa Rica. Più di quindici anni fa me ne andai via da quel paese con una chitarra "giovane" e con alcune "piccole" canzoni, uno zaino pieno di sogni, di paura delle incertezze, dei cammini sconosciuti che mi avevano sempre chiamata, come in sogno da quando ero bambina. Arrivare fino in Brasile: questo era il mio sogno. La bossanova, il samba, la delizia della lingua portoghese nelle voci... Ci misi 3 anni ad arrivare: ma non avevo preso in considerazione infatti che tra me e quel sogno si interponevano alcune sfide geografiche ed umane. Sfide che di questo mio sogno iniziale facevano qualcosa di immenso.
Niente di meno che un Panama con la sua bellissima ed oscura foresta del Darièn: è lì che naufragai dopo aver urtato gli scogli, con la piccola imbarcazione di una famiglia di indigeni Kuna. Quegli indigeni dopo il nostro salvataggio condivisero con me la loro terra, Kuna Yala. Il loro “tule masi” (cibo tipico dei Kuna) mi nutrì e lavorai con loro, nei loro atolli frequentati dai delfini. Quella vita mi avvolse. Vissi in Colombia, dove i ricordi delle mie vite passate si risvegliarono dentro di me: l'Ecuador, paese solidale e pieno di bellezze sorprendenti; il Perù, freddo con le sue pelli australi, le montagne più alte e più grandi che i miei occhi abbiano visto; la Bolivia con le sue corde colorate, i vestiti variopinti le lotte interminabili e valorose dei suoi uomini e delle sue donne. Finché alla fine... arrivai in Brasile!
Percorsi tutte quelle montagne, i mari e le strade con le loro spaccature impensabili. Conservo nella mia memoria il tesoro inestimabile degli odori del cibo nei mercati, i colori tristi, o allegri delle sue strade, delle foglie, che cadevano secche in ogni parco. La mia vita si riempì di gente che mi fece crescere. Ho vissuto la mano amica, i fiori, i mari, i fiumi e anche la sventura, il paludismo delle zone tropicali, i naufragi, l'orrore della codardia e la violenza di alcuni potenti sui loro popoli, i cammini instancabili nei quali ad ogni passo avevo bisogno di una boccata d'ossigeno. Ma con me c'era sempre la mia chitarra, e l'attenzione ai suoni di ogni luogo. Questa è la mia storia. Ora vivo a Barcellona e mi dedico interamente alla musica, continuando a suonare e ad inventare canzoni.
Ingresso a sottoscrizione. Informazioni presso: Affabulazione Piazza Marco Vipsanio Agrippa 7h, 00121 Ostia (Roma).
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